
Hermann Rorschach, distanziandosi notevolmente da altri psicologi che prima di lui avevano utilizzato le macchie di inchiostro come misura dell’immaginazione, ne parlava “come di un esperimento percettivo di interpretazione di forme casuali”. Mauro Di Lorenzo e Laura Parolin definiscono il saggio "Il Rorschach nel ciclo di vita" (Raffaello Cortina)un tentativo di mettere in relazione il “compito” con i problemi della vita. “Il fatto che sia un ottimo strumento non assolve tuttavia il rorschachista dalla necessità di acquisire tutta la serie di competenze necessarie per un suo corretto utilizzo”