Della nascita di questa disciplina a opera dei 29 cervelli che nel 1927 si riunirono a Bruxelles, parla il 'Monologo quantistico' di Gabriella Greison. La rappresentazione è in scena a Tortona il 21 ottobre e poi a Roma, Milano e Genova
Recensioni
In Italia è in corso da molti anni un dibattito sul riconoscimentio giuridico della Lingua dei segni italiana. Un saggio a cura di Benedetta Marziale e Virginia Volterra affronta aspetti diversi e complementari del 'mondo della sordità', evidenziando come l'affermazione della Lis sia un segno di civiltà
Il volume, una conversazione tra il neuroscienziato Giacomo Rizzolatti e il giornalista Antonio Gnoli, parte dalla scoperta dei neuroni specchio per affrontare temi diversi, quali filosofia, storia, psicologia, società
In natura “nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Così affermava, nella seconda metà del '700, Antoine-Laurent Lavoisier. Un'intuizione secondo la quale tutte le cose sono collegate tra loro in un'unica armonia, della quale anche noi siamo partecipi. "Essere protagonisti in questa armonia ci aiuta anche a vedere in modo diverso, a ridimensionare le tristezze e le malinconie, a non sentirci più tanto soli e isolati", sottolinea il fisico Pietro Chistolini nella prefazione dell'albo di Cristina Nenna 'Monsieur Lavoisier e il segreto della trasformazione'.
'Bufale cosmetiche' di Andrea Fratter, docente presso il corso di perfezionamento in Farmacologia clinica dell'Università di Padova, fa parte della collana 'Synthesis: il farmaco e la sua chimica', una raccolta di volumi dedicati alla divulgazione, alla didattica e all'approfondimento scientifico di discipline che, a partire dalla chimica farmaceutica, coinvolgono materie affini quali la farmacologia, la bioinformatica e la biochimica
È possibile grazie a 'Una magia saracena', diretto da Vincenzo Stango. Al film è infatti legato un progetto didattico che prevede una serie di attività successive alla visione della pellicola e finalizzate ad avvicinare i ragazzi alle materie scientifiche
Lo storico Simon Schama sosteneva: “Anche i paesaggi che crediamo più indipendenti dalla nostra cultura possono, a una più attenta osservazione, rivelarsene invece il prodotto”. Il saggio 'La natura è inattuale. Scienza, società e catastrofi nel XXI secolo' di Antonio Camorrino, edito da Ipermedium e arricchito da uno stimolante saggio introduttivo di Gianfranco Pecchinenda, propone di applicare lo stesso paradigma all'idea di natura. E, contrapponendosi all'idea aristotelica dell'uomo come “animale naturale”, lancia una provocatoria riflessione: “Si potrebbe concludere, anche a seguito della lettura di questo libro, che la Natura non esiste”.
Quindi anche foreste, fiumi e montagne sono soggetti alle stesse variazioni socio-storiche di tutti i prodotti culturali? Per comprendere la provocazione bisogna partire dalla critica mossa dal saggio alla “grande narrazione ecologista” oggi imperante. Il che non vuol dire affatto contestare la richiesta di comportamenti più sostenibili e morigerati, ma riportare la guida dei nostri comportamenti a un'etica pura, svincolata dalle astrazioni che costruiamo intorno al nostro pianeta e agli esseri viventi che lo coabitano con noi umani. Il concetto viene espresso dagli autori con poche parole: chiare, coraggiose e controcorrente. “Il fatto che, al di là del cosiddetto Senso Comune, l'Animale e la Natura non esistano, non implica affatto che il comportamento degli uomini debba prescindere da considerazioni inerenti ai molteplici elementi che compongono ciò che noi 'culturalmente' definiamo il mondo degli animali e della natura. Entriamo però qui in un ambito di riflessione di tipo diverso da quello affrontato in questo volume; ci troviamo di fronte, infatti, a questioni che investono l'etica e la morale”.
L'approccio di Camorrino e Pecchinenda discende da quello di opere e teorie fondamentali come il “processo di civilizzazione” di Norbert Elias e il “principio responsabilità” di Hans Jonas, incrocia il principio di cautela che oggi guida molte azioni individuali, collettive e pubbliche e approda a un'altra considerazione originale quanto convincente: attraverso il progresso tecnico-scientifico, “l'uomo ha di molto ridotto il carattere di imponderabilità e di costante minaccia” che aveva per lunghissimo tempo caratterizzato il mondo, ma proprio ponendo la natura sotto il proprio presunto controllo, epurandola dalla sua giustificazione metafisica, ha prodotto “una conoscenza distaccata, razionale, volta all'individuazione di relazioni causali ordinate, rigorose e prevedibili”.
Il paradossale effetto del combinato disposto tra tecnicizzazione e individualismo è che, avendo ridotto o addirittura annullato l'idea di imponderabilità dell'ambiente, abbiamo specularmente accentuato la presunzione di essere i motori di qualunque evoluzione o modifica. Ormai riconduciamo alla sfera antropogenica molti stati di fatto e processi che, più semplicemente, “in passato erano concepiti come natura”. Un'alluvione, un temporale, un'ondata di caldo, un animale che uccide un essere umano o ne viene ucciso, scatenano inflessibilmente domande quali: “Di chi la colpa? […] Quali i mezzi, quali i danni? Quale il risarcimento? Quale la riparazione?”. Anche “situazioni e stati di fatto […] vengono considerati conseguenze di decisioni” e si pretende di porre loro rimedio o di anticiparli con l'“attività di prevenzione […] nella sfera che si è rivelata insufficientemente protetta”, fino all'inseguimento dell'irraggiungibile rischio zero.
In sostanza il progresso scientifico-tecnologico appare del tutto inadeguato a rispondere alla richiesta di “senso” dell'età contemporanea, conclude il saggio, suggerendo di non affidare “qualsiasi evento all'universo tecnico” e limitarsi, se non a un rassegnato “Era scritto che dovesse andare così”, a un più equilibrato “La scienza rintraccerà i nessi causali che hanno determinato quanto accaduto e impedirà che ciò ci si ripeta”.
Alcune espressioni del saggio paiono francamente eccessive, per esempio quelle su “il tribunale della Ragione” o sulla “dissoluzione del legame tra Cielo e Terra”. Ma chi fa ricerca sa bene quanto certi richiami alla cautela siano opportuni e quanto siano viceversa dannosi gli eccessi di retorica prometeica. È senz'altro opportuno distinguere una corretta, realistica idea di innovazione dalla visione vetero-positivista secondo cui: “Gli esseri umani, grazie alla scienza e alle sue applicazioni, dominano la sfera naturale trasformandola in un ambiente non più imperscrutabile e minaccioso ma, bensì, assoggettabile al controllo”. Questo non vuol dire affermare una “essenza amorale della tecnica” e della scienza ma, proprio all'opposto, riportare nell'alveo dell'etica la responsabilità dei comportamenti che assumiamo nei confronti del cosiddetto ambiente naturale, il quale merita il nostro rispetto al di là delle conseguenze negative che i nostri gesti possono determinare.
titolo: La natura è inattuale. Scienza, società e catastrofi nel XXI secolo’
categoria: Saggi
autore/i: Camorrino Antonio
editore: Ipermedium
pagine: 236
prezzo: € 18.00
'Favole in Wi-fi', proposto da Einaudi ragazzi, è una raccolta di 65 storie brevi, che svela personaggi insieme antichi e nuovi. L'autore, Christian Stocchi, invita alla lettura tutti coloro che amano la magia delle favole, rivisitandole e adattandole al mondo di oggi.
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