Il difficile equilibrio digitale
Dal lavoro agile alla didattica a distanza, le settimane di emergenza e isolamento hanno rivoluzionato molte modalità di lavoro e le relazioni interpersonali, specialmente a scuola e nell'università. Con alcuni esperti del Cnr abbiamo analizzato benefici e rischi di questa nuova dimensione, che in qualche misura diverrà probabilmente stabile
Le settimane di quarantena hanno digitalizzato molte attività e cambiato profondamente la nostra quotidianità: il lavoro è diventato “agile”, scuola e università hanno attivato modalità di didattica e di valutazione a distanza, gli eventi di intrattenimento sono migrati sui social e persino il movimento “Fridays for Future” prosegue la sua protesta sotto forma di global digital strike: sciopero digitale globale.
La dimensione digitale, insomma, ha cancellato consuetudini consolidate e modificato radicalmente le relazioni interpersonali, con strascichi che andranno ben oltre la fine del lockdown. Negli atenei, ad esempio, l'anno accademico 2019/20 è destinato a chiudersi con esami e lauree a distanza, mentre le aule scolastiche rimangono chiuse -“una ferita per tutti”, ha recentemente commentato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella - ed è probabile che la didattica a distanza debba proseguire anche a settembre, alternata alle lezioni frontali. Con l'aiuto di vari esperti del Cnr, abbiamo provato a capire quanto questo cambiamento, indotto dalla sospensione di molte attività, peserà sulle nostre vite nei prossimi mesi.
Sul fronte scolastico, Vincenza Benigno dell'Istituto per le tecnologie didattiche (Itd) del Cnr di Genova e membro - assieme alla collega Lucia Ferlino - del gruppo di lavoro del ministero dell'Istruzione dedicato alla didattica inclusiva, descrive il radicale mutamento di paradigma che la scuola sta attraversando: “Benché abbia attivato impegno, cooperazione, solidarietà e innescato processi di innovazione vedendo ammorbidire tante rigidità tra docenti, tra docenti e studenti e tra scuole e famiglie, la didattica a distanza rischia di ampliare ancora di più le disuguaglianze scolastiche a causa del ruolo delle risorse economiche e culturali delle famiglie. Se da un lato una 'famiglia presente' supporta e sollecita bambini e ragazzi, dall'altro, assistiamo a un ampliamento della dispersione scolastica. Ed è qui che si crea un vuoto formativo nel quale è facile perdersi. Inoltre, la mancanza di contatti personali per un tempo così prolungato ha reso tutto molto difficile anche dal punto di vista psicologico: pensiamo ad esempio alle difficoltà che vivono gli alunni portatori di disabilità, privati del rapporto instaurato con insegnanti di sostegno e compagni, o alla penalizzazione subita dagli studenti che devono affrontare un esame o la discussione di una tesi di fronte a uno schermo, senza poter provare l'emozione liberatoria di una stretta di mano della commissione”.
Nella ripresa, molto dipenderà dalla capacità degli insegnanti di ripensare il proprio approccio didattico. “Non è pensabile che il docente possa fare lezione on line come la faceva in classe: sono necessari nuovi strumenti cognitivi e la didattica a distanza va ripensata. Il nostro compito consisterà nel facilitare la transizione verso modelli di docenza e di apprendimento innovativi”, prosegue la ricercatrice del Cnr-Itd.
Proprio i giovani, infatti, sono tra i più penalizzati dal lockdown: oltre a stravolgere le normali abitudini quotidiane, il virus ha proiettato un'ombra di incertezza sul loro futuro, su progetti, sogni, aspirazioni. In effetti, i più giovani indicano tra le maggiori preoccupazioni legate alla quarantena il distacco dagli amici e dai nonni e l'abuso di Internet, come attesta l'indagine Msa-Covid promossa dall'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr (vedi nota stampa). Secondo uno studio parallelo su giovani di fascia d'età maggiore condotto dall'Istituto Toniolo in partnership con il Ministero per le pari opportunità e la famiglia, oltre il 60% dei ragazzi italiani - contro il 46% dei coetanei francesi e il 42% del tedeschi - pensa che il Coronavirus abbia messo a rischio progetti futuri, come andare a vivere fuori dalla famiglia, cambiare lavoro o città. Commenta Francesco Tonucci, pedagogista e ricercatore dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr di Roma: “Nella tragedia della pandemia ci sono eroi, vittime e poi ci sono loro: i 'campioni', cioè i ragazzi e i bambini a cui abbiamo chiesto l'enorme enorme sacrificio di restare tappati in casa per settimane. E molti di loro sono stati più bravi degli adulti nel rispettare le regole imposte”.
Ma anche per gli adulti il lockdown ha rappresentato un importante banco di prova, costringendoli a fare i conti con i “limiti digitali”. “ È noto che il nostro Paese è fanalino di coda a livello europeo per l'alfabetizzazione digitale: manca una vera cultura in tal senso ed è ancora forte il divario generazionale sull'utilizzo delle tecnologie Ict”, cocnclude Domenico Laforenza, associato emerito all'Istituto di informatica e telematica (Iit) del Cnr di Pisa. “Con l'emergenza sanitaria la gente ha preso consapevolezza del fatto che Internet è uno straordinario amplificatore di attività, dal lavoro al relax, fino ai tanti semplici gesti quotidiani che prima erano diffusi in forma ridotta, come ordinare la spesa o fare un bonifico on line, risparmiando tempo e rendendo tutto più immediato”. Un processo che, però, richiederà ancora tempo perché si arrivi a una piena integrazione. “Spetterà al Paese riuscire a capitalizzare l'eredità digitale che la quarantena ci lascerà e investire su di essa come componente essenziale della società: penso a una scuola 2.0, in cui soprattutto agli studenti più grandi sia dato modo di accedere a risorse formative complementari alle lezioni in presenza, a un mondo del lavoro in cui lo smart working possa determinare una migliore qualità della vita, ma anche a investimenti infrastrutturali tali da rendere la rete un luogo sicuro, efficiente e veloce”.
Fonte: Vincenza Benigno, Istituto per le tecnologie didattiche, Genova, tel. 010/6475351 , email enza.benigno@itd.cnr.it - Domenico Laforenza, Istituto di informatica e telematica, Pisa , email domenico.laforenza@iit.cnr.it - Francesco Tonucci, Istituto di scienze e tecnologie della cognizione, Roma