Focus: Volare

Quando l'aereo fa paura

Ragazza in aereo con paura di volare
di Silvia Perrella

La paura di volare, nota anche come aerofobia, è un disturbo che colpisce molte persone. Si manifesta con un'intensa ansia prima e durante il volo, spesso accompagnata da tachicardia, sudorazione e vertigini. Ne abbiamo parlato con Antonio Cerasa, direttore dell’Istituto bioimmagini e sistemi biologici complessi del Cnr, che ha anche spiegato come intervenire per eliminarla

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Molte volte ci sarà capitato di salire su un aereo e avere sul sedile a fianco a noi una persona che comincia a stare male ai primi segni di turbolenza dell’aereo. Probabilmente soffre di aerofobia, che non è soltanto uno stato di malessere provocato dai movimenti imprevisti della cabina dell’aereo, ma un disagio emotivo, legato all’ansia, che si manifesta spesso ancora prima di essere in volo. “È una malattia invalidante che impedisce a molte persone - per lo più adulte - di poter prendere aerei, limitandone gli spostamenti e la possibilità di visitare luoghi lontani. In alcuni soggetti è così limitante che si manifesta già solo al pensiero di dover prenotare un volo, e in molti, non potendo rinunciare a questo mezzo di trasporto, ricorrono a psicofarmaci pur di limitare gli effetti dell’ansia”, spiega Antonio Cerasa, direttore dell’Istituto bioimmagini e sistemi biologici complessi (Ibsbc) del Cnr

Sebbene, quindi, siano molte le persone che sperimentano un certo disagio nei viaggi aerei, per alcune l'ansia può diventare invalidante, limitando la loro mobilità e la qualità della vita. Vediamo allora quali sono i fattori psicologici o esperienziali che contribuiscono a generare questa paura. “Le radici dell'aerofobia sono complesse e possono variare da persona a persona, ma hanno una base comune nei sistemi di allarme legati ad alti livelli di ansia. Tra le principali cause psicologiche, troviamo la paura di perdita del controllo, la claustrofobia e la presenza di esperienze traumatiche. La prima è la più comune perché nasce dal pensiero disfunzionale che affidarsi completamente ai piloti e al funzionamento dell'aereo può generare un forte senso di vulnerabilità; la seconda, invece, è legata a forti stati di ansia generalizzata, scatenata da qualsiasi posto chiuso - per esempio gli ascensori -; la terza è più rara e riguarda, per esempio, l’aver vissuto forti esperienze negative su voli aerei”, chiarisce l’esperto. “Quella che noi chiamiamo ansia, è una serie di pensieri che allertano l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene a prepararsi allo stress, quando in realtà questo è presente solo nella nostra mente, ma non è realmente tangibile. L’ansia si trasforma in una malattia psicopatologica quando diventa cronica e provoca ricadute a livello organico, costringendo la persona a ridurre le proprie attività di vita quotidiana e a ricorrere a farmaci per la gestione quotidiana delle emozioni”.

Persona in volo spaventata

È comunque possibile risolvere queste manifestazioni d’ansia legate alla paura di volare attraverso percorsi psicoterapeutici che aiutano la persona a comprendere le cause profonde della fobia, a modificare i pensieri e le emozioni disfunzionali. “La prima linea di trattamento per l’aerofobia è la psicoterapia cognitivo comportamentale, che permette, grazie a tecniche come la desensibilizzazione sistemica o la mindfulness, di associare uno stimolo fobico (aereo) con stati di rilassamento del corpo. Una sorta di controcondizionamento, che nel tempo permette alla mente di rielaborare i pensieri disfunzionali legati a uno stimolo che prima era fobico ma poi diventa neutrale. L’efficacia della psicoterapia cognitivo comportamentale è ormai comprovata da oltre 20 anni di studi evidence-based”, conclude il direttore del Cnr-Ibsbc.

La paura di volare è quindi un problema comune, ma affrontabile: con un supporto psicologico adeguato e tecniche mirate è possibile vincere questa fobia e tornare a viaggiare serenamente e senza stress.

Fonte: Antonio Cerasa, Istituto di bioimmagini e sistemi biologici complessi, antonio.cerasa@cnr.it

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