Il contenuto in polifenoli è un altro fattore che determina alcune proprietà organolettiche dei vini, soprattutto in quelli rossi, che contengono una maggiore quantità di estratto secco rispetto ai bianchi in quanto più ricchi di tannini, flavonoli e antociani. Il tipo e la concentrazione dei tannini può, ad esempio, rendere il vino “astringente” o “morbido” al palato. Altri componenti dell’estratto secco, come gli acidi fissi e il glicerolo, influiscono anche sulla “morbidità” al palato: un vino rotondo avrà una moderata acidità totale e un buon contenuto in glicerolo. Tuttavia, anche l’etanolo, sostanza che evapora sotto i 100°C, ha un effetto importante sulla percezione del corpo del vino a livello di papille gustative, esaltando le caratteristiche di “morbidezza” ed enfatizzando la percezione delle altre molecole non volatili.
La composizione dei vini è diversa a seconda del vitigno, del “terroir” e della tecnica di vinificazione utilizzata e può variare durante la conservazione. Generalmente l’estratto secco netto varia dai 14 ai 45-50 g per litro di vino, con valori minimi per i bianchi e i rossi regolamentati nelle produzioni Docg e Doc. Un vino magro ha un tenore molto basso di estratto secco, che manca di corpo e solitamente non è gradevole, mentre viene definito leggero quando ha un corpo abbastanza secco, pur essendo equilibrato e di gradevole acidità, come nel caso dei vini bianchi a basso grado alcolico, giovani e beverini, con estratto secco inferiore a 15 e grado alcolico < 12°. I vini rossi sono generalmente più robusti dei bianchi, e la loro struttura dipende dal periodo di maturazione, affinamento e invecchiamento. I rossi di medio corpo sono vini sottoposti a brevi periodi di maturazione mentre i vini di corpo pieno sono i rossi invecchiati, con estratto secco che supera i 30 g/l. I grandi vini, come i passiti e i vini liquorosi, con grado alcolico a partire dai 14°, sono robusti, con struttura importante e possono raggiungere un contenuto in estratto secco di 50g/l. Valori superiori di estratto secco, spesso associati a elevati gradi alcolici, rendono il vino pesante e sbilanciato rispetto a tutti gli altri componenti presenti.
Fonte: Alessia Famengo, Istituto di chimica della materia condensata e di tecnologie per l’energia, alessia.famengo@cnr.it