Salvatore Santangelo, giornalista professionista e docente universitario, esperto di politica internazionale, si occupa delle nuove dimensioni dei conflitti e dello studio della cosiddetta “geosofia”, concetto introdotto in geografia da John Kirtland Wright nel 1947 che la definì con queste parole: “lo studio della conoscenza geografica di uno o tutti i punti di vista. È per la geografia quello che la storiografia è per la storia; si occupa della natura e della espressione della conoscenza geografica nel passato e nel presente - con quello che Whittlesey chiamò il 'senso umano dello spazio terrestre'. Questo si estende oltre il nucleo della conoscenza scientifica geografica o della conoscenza geografica sistematizzata delle altre forme dai geografi”.
Il saggio di Santangelo “Fronte dell’est: passato e presente di un destino geografico” spiega con grande maestria narrativa e con la competenza di un analista qualificato il conflitto in Ucraina. L’autore indaga una guerra attuale, ma che affonda le sue radici nella storia passata e dove l’elemento geografico giuoca un ruolo da protagonista. La cosiddetta "operazione speciale" lanciata dalla Russia sul suolo ucraino non è un’azione avventata o insensata come sembra sottolineare continuamente la narrativa dei principali media occidentali, ma trae sussistenza dalla psicologia collettiva del popolo russo e si palesa con la percezione che la Russia ha di sé stessa, la sua vocazione imperiale in ambito internazionale. Il presidente della Federazione Russa intende minare l’ordine unipolare e il potere egemonico degli Stati Uniti allontanandosi da un Occidente decadente, rinsaldando alleanze strategiche verso Est, in primis con il drago cinese, spinto dalla corrente ideologica e culturale dell’euraṡismo (corrente politica e spirituale sostenuta dagli slavofili, che lo guida e ispira).
Nel saggio l’autore esamina una serie di scenari post-guerra ipotizzando da un lato un fallimento dei negoziati, una situazione di status quo sul campo di battaglia con un crollo netto dell’economia russa, dall’altro la tenuta del sistema economico russo nonostante le sanzioni occidentali e una graduale assimilazione del territorio russofono dell’Ucraina da parte della Federazione. Il conflitto regionale in prospettiva si sta caratterizzando come globale; proprio la Cina potrebbe avere un ruolo preponderante nella definizione di un nuovo ordine mondiale, e questo da sempre è stato tenuto in considerazione dal leader della Federazione Russa valutando le sue mosse verso il tessere nuove alleanze e con la gestione accorta delle materie prime. Riconsideriamo il fattore geografico che è fondamentale in questa guerra e su cui l’autore si sofferma spesso: la pianura sarmatica dal punto di vista orografico rende indifendibile la Federazione Russa. Il fattore geografico spiega anche la costante storica dell’atteggiamento russo nei confronti dell’Europa Orientale. Questa peculiarità orografica preoccupa la Russia per eventuali avanzate occidentali nei suoi sterminati territori. Ergo l’avanzamento della Nato verso est che non avrebbe dovuto espandersi oltre la DDR, come da promesse statunitensi alla conclusione della guerra fredda, senza ombra di dubbio ha favorito l’emergere di tensioni.
Concludendo, non rimane che leggere questo raffinato volume così denso di indagini accurate e dettagli in merito ai temi suddetti, fruibile sicuramente per gli analisti più esperti ma anche per chi voglia cimentarsi nella comprensione del conflitto ucraino senza banalizzazioni e semplificazioni.
Titolo: Fronte dell’Est: passato e presente di un destino geografico
Autore: Salvatore Santangelo
Categoria: Saggi
Editore: Castelvecchio
Prezzo: 14,00