Saggi: Terra

Verità insostenibili

Copertina del libro Il mito infranto
di A. S.

L'illusione della sostenibilità moderna viene smascherata, attraverso dati concreti e analisi critiche, ne “Il mito infranto”, edito da Codice edizioni. L’autore, già giornalista e scrittore, Antonio Galdo, fondatore del sito Non Sprecare, dimostra come il tema “green” sia spesso una strategia di marketing che amplia le disuguaglianze

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Antonio Galdo non ha peli sulla lingua: nel suo volume “Il mito infranto” (Codice edizioni), dipinge un affresco amaro e realistico, raffigurante la crisi nascosta dietro la retorica della sostenibilità, svelando come una sua applicazione distorta e mercificata abbia in realtà acuito le disuguaglianze sociali e ambientali. Il suo libro si propone come un’analisi critica e minuziosa del paradigma “green” che, invece di favorire un futuro equo e sostenibile, trasforma ogni bene di consumo in un simbolo di esclusività per pochi privilegiati; “un’élite di donne e uomini ha perciò conquistato lo status di consumatori verdi, mentre la maggioranza annaspa per non rinunciare al proprio tenore di vita, con l’andamento degli stipendi e dei salari che non riesce neanche a coprire l’inflazione”.

“Prima di impantanarsi nella palude della sua impotenza, frutto avvelenato dei veti incrociati che ne paralizzano il funzionamento, l’ONU è riuscita a fornire una bussola universale di orientamento per il futuro prossimo dell’umanità, con l’Agenda ONU 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in cui sono scolpiti 17 obiettivi da centrare entro il 2030. Per come stanno andando le cose, tuttavia, è probabile che nessuno di questi sarà realizzato per la data di scadenza fissata”, ed è su questo ambito che l’autore si concentra, dimostrando le diverse falle nel sistema odierno, ripercorrendo obiettivo per obiettivo l’intera Agenda.

Tra i tantissimi temi trattati, figura il problema delle auto elettriche, che, col loro prezzo superiore a quello delle altre, rimangono un lusso destinato a pochi, più che un’effettiva svolta green. Su questo tema la divisione non è solamente economico-sociale, ma “si gioca una partita politica ed economica che sta portando a nuove, macroscopiche differenze tra Paesi ricchi e Paesi poveri”: infatti, “entro il 2035, i veicoli elettrici realizzati in Cina rappresenteranno il 54 per cento del mercato globale”, e non solo per la manodopera a basso prezzo, ma anche per via del fatto che “le principali materie prime delle batterie sono il litio, il cobalto e il nichel, le cui estrazioni, in molti casi concentrate nei Paesi dell’Africa, sono di fatto governate dai cinesi”. Ciò implica che anche i produttori occidentali siano quasi obbligati ad acquistare dalla Cina i materiali per produrre le loro auto elettriche.

Ma l’analisi tocca anche argomenti sociali, come quello di cui all’Obiettivo 3 dell’Agenda ONU 2030, dedicato alla salute universale che si scontra con un paradosso: mentre il modello One Health promuove un benessere integrato tra uomo, animali e ambiente, nel Sud del mondo la mortalità materna raggiunge “223 decessi ogni 100.000 nati vivi”, ben oltre il traguardo di “meno di 70” fissato per il 2030. “Ogni giorno muore una media di 800 donne per le complicazioni legate al parto e alla gravidanza”, con il 70% dei casi concentrati in Africa subsahariana e Asia meridionale, mentre “15.000 bambini sotto i cinque anni" perdono la vita per cause prevenibili. Le ragioni? Oltre alle criticità cliniche, come “emorragie, ipertensione, infezioni e aborti insicuri”, pesano guerre e disuguaglianze sistemiche, come dimostrano i dati di Paesi come Afghanistan e Yemen.

Nel libro, l’analisi puntigliosa e critica, a tutto tondo, dall’Intelligenza Artificiale alla Dieta mediterranea - ormai fin troppo costosa - conduce, alla fine, a una riflessione circa la risposta al problema globale sulla sostenibilità. “I fattori decisivi sono due. Il primo chiama in causa i nostri stili di vita, i gesti quotidiani”, sollecitando la coscienza individuale; “il secondo fattore riguarda invece la sfera della politica”, dove per raggiungere “l’autentica sostenibilità” sono necessarie decisioni internazionali che non sempre risultano “popolari, almeno nel breve periodo”, e che, soprattutto, son cosa ben diversa dai “lobbisti delle energie a base di combustibili fossili”, che “si presentano, ironia della sorte, come i paladini della sostenibilità nelle fantomatiche, annuali Conferenze ONU".

Titolo: Il mito infranto
Categoria: Saggi
Autore: Antonio Galdo
Editore: Codice
Pagine: 192
Prezzo: 19,00