Tutti gli Oliver Sacks in “Ogni cosa al suo posto”
di M. F.Il celebre autore di “Risvegli”, in questo volume postumo e autobiografico tra saggio e narrativa, si fa ancor meglio conoscere nella sua molteplice natura di medico, psichiatra, chimico, accademico, ma anche scrittore “vero”. Un uomo felice, compiuto, soddisfatto: con una vocazione, anzi un'“epifania”, esplosa sin da bambino per la scienza e la divulgazione
Esistono diversi Oliver Sacks. Innanzitutto, l'autore degli esperimenti, del libro in cui sono stati raccontati e soprattutto del film che li ha resi celeberrimi: “Risvegli”, con Robert De Niro e Robin Williams. La pellicola (la famosa storia del letargo di zio Toby detto "Congelato") diede notorietà imperitura e planetaria tanto a Sacks, appunto (nato a Londra nel 1933, morto a New York nel 2015, docente di Neurologia alla New York University School of Medicine e alla Columbia University), quanto al secondo dei due attori protagonisti (il primo all'epoca era già una star conclamata), che con quest'opera in cui interpreta il medico geniale ma timido, coraggioso ma sfortunato, così come con “Good Morning Vietnam”, “Mrs. Doubtfire” e “L'attimo fuggente” costruì la sua notorietà planetaria di interprete brillante ma venato da una malinconia costante, quella probabilmente che si portava dietro come persona e che lo condusse all'uso di sostanze psicotrope e poi a darsi la morte.
Tornando a Oliver Sacks, dicevamo, ne esistono diversi. C'è quello dei saggi più decisamente scientifici, anche se scritti sempre con una patina divulgativa, per esempio “Emicrania”. E poi c'è quello più decisamente narrativo che, forse, in questo postumo “Ogni cosa al suo posto” (tutte le opere sono edite da Adelphi) ce lo fa conoscere nella sua molteplice natura di medico, psichiatra, chimico, accademico ma anche scrittore “vero”, cioè narratore e autobiografico. Al contrario di Robin Williams che malcelava il malessere poi esploso con il suicidio, Sacks ci appare un uomo felice, compiuto, soddisfatto: nasce in una una famiglia di fisici e scienziati, nuota con grande passione e capacità come il padre ha insegnato a fare a lui e ai fratelli, buttandoli in acqua quasi neonati, vive in grandi città dove può respirare l'aria internazionale che serve a chi fa ricerca, è protagonista di episodi divertenti come quello in cui si presenta a un agente immobiliare gocciolante, in costume da bagno, per comprare la casa.
Parla con la stessa leggerezza, da vero scrittore, della notte trascorsa al Museo di Storia naturale (embra di vedere un altro film, divenuto seriale, quello con Ben Stiller) e di come musei e zoo (l'incontro con una femmina di orango è fatale, anche se ricorda molto innumerevoli scene cinematografiche, come se Sacks scrivesse sempre soggetti e sceneggiature di film), famiglia, amici e amici dei genitori, esperimenti divertenti e devastanti, come quello che rese un appartamento inabitabile per mesi (facendo esplodere delle seppie putrefatte), lo abbiano messo al servizio della scienza: una vocazione, una “epifania” esplosa da bambino. “Mi sembra che soltanto la scienza - sostenuta dal rispetto per i valori umani, dal buon senso, dalla lungimiranza e dalla preoccupazione per gli sfortunati e i poveri - offra al mondo una speranza nella palude in cui attualmente si trova”. Ma poiché la sua voracità intellettuale lo porta a seguire tanto i poeti quanto i chimici e dato che a casa dispone di una biblioteca gigantesca, ecco che al mestiere di medico affianca naturalmente quello di divulgatore. Nella raccolta di brevi racconti si parla poi di ospedali psichiatrici, di aringhe, felci, della differenza botanica e sentimentale tra gimnosperme e angiosperme.
E infine, sempre con la stessa almeno apparente serenità, anche se viene esplicitata la speranza nel “miracolo”, si parla del “gefilte fish”, la polpetta di pesce ebraica con gelatina che la mamma e poi una amatissima cuoca gli preparavano per lo shabbath e che, dato il potere nutritivo della gelatina che le accompagna, gli viene servita di nuovo in ospedale negli ultimi giorni di ricovero: “Mi accompagnerà fuori da questa vita, così come mi ci introdusse 82 anni fa”. Dice Vittorio Lingiardi, in un'azzeccata recensione, che l'autore (giustamente definito “byroniano” e un “Walt Whitman scientifico”) “con maestria, svela l'arte di vivere (e morire), scrivendo di sé”. Non mancano nel libro una senile e un po' retorica geremiade contro cellulari e connesioni, definiti addirittura “una catastrofe neurologica su scala gigantesca”, e un allarme per i cambiamenti climatici, stemperato però dal sovrastante senso di riconoscenza per la vita che imprime tutto il volume, “oso sperare che la vita umana, con la sua ricchezza di culture, sopravvivrà anche su una Terra devastata”.
itolo: Ogni cosa al suo posto
categoria: Saggi
autore/i: Sacks Oliver
editore: Adelphi
pagine: 286
prezzo: € 20.00