Saggi

Semi dimenticati e poi ritrovati

di Francesca Gorini

“Un seme nascosto nel cuore di una mela è un frutteto invisibile”, recita un aforisma di Kalhil Gibran. Se, poi, il seme in questione è recuperato e ri-valorizzato dal passato, non sarà solo un frutteto a rinascere, ma interi mondi di relazioni, economie, storia e cultura agricola a rischio di oblio. Mondi descritti nel volume “Semi ritrovati”, edito da Codice e curato dai giornalisti scientifici Elisabetta Tola e Marco Boscolo

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Il volume “Semi ritrovati” (Codice edizioni) dei giornalisti scientifici Elisabetta Tola e Marco Boscolo ripercorre due reportages effettuati dagli autori tra il 2014 e il 2019, che hanno permesso di riscoprire innumerevoli varietà di sementi “dimenticate”, attraverso l'incontro con contadini, agricoltori, artigiani, ricercatori e attivisti, persone spesso visionarie, accomunate dalla volontà di puntare sul recupero di varietà a rischio di scomparsa come modo per innovare l'agricoltura. La panoramica di esperienze che ne risulta rivela uno straordinario patrimonio di biodiversità agricola e si propone quale modello alternativo e sostenibile rispetto all'attuale filiera agricola industriale, che porta in tutto il mondo prodotti identici e uniformi, poco adatti a far fronte agli effetti del cambiamento climatico e alle sfide della società globale. Sullo sfondo, la minaccia rappresentata da una popolazione mondiale in costante crescita, che arriverà a contare, nel giro dei prossimi trent'anni, dieci miliardi di persone sul Pianeta, per le quali occorrerà essere in grado di produrre cibo sufficiente, attuando strategie sostenibili.

L'obiettivo di questa variegata comunità sparsa ai quattro angoli del mondo è quello di tracciare una nuova via per l'agricoltura, lontana tanto dallo sviluppo agricolo attuale quanto da un nostalgico ritorno al passato e più vicina al concetto di economia circolare. Una via che trova la sua base scientifica nel lavoro del biologo e genetista russo Nikolaj Vavilov, che agli inizi del '900, con il suo Paese alle prese con la rivoluzione d'ottobre, intuì che numerose varietà selvatiche di piante offrivano caratteristiche potenzialmente utili per resistere a climi e temperature diverse e a problemi come mancanza di acqua, parassiti e malattie. Per questo dedicò la sua vita a scoprire e archiviare il maggior numero possibile di varietà di piante: sua è la prima banca dei semi della storia, creata per poter avere a disposizione vere e proprie “armi” per combattere fame e carestie.

In “Semi ritrovati”, ogni capitolo è un viaggio - dall'Africa all'Indonesia, dagli Stati Uniti all'Europa, fino all'Italia - che porta a scoprire varietà di grano, riso, legumi, frutta e verdura non più coltivate da anni. Come le mele e le pere recuperate dall'Istituto per le produzioni alimentari del Cnr di Sassari, sacrificate alle esigenze del mercato, che richiedono frutti che possano essere trasportati facilmente e senza subire danni. Ma le analisi compiute dai ricercatori sulle vecchie varietà di frutto hanno dimostrato che alcune di esse, oltre ad adattarsi bene al clima locale, hanno caratteristiche nutrizionali superiori alle cultivar più diffuse. O varietà tradizionali di frumento che, rispetto a quelle in commercio, hanno un glutine meno “tenace”, caratteristica che le renderebbe meno irritanti per le nostre mucose intestinali (il che potrebbe dare una spiegazione anche alle crescenti forme di intolleranza rilevate in anni recenti). Esperienze che ripetono e perpetuano il millenario processo di selezione e miglioramento dei semi, che da sempre gli agricoltori di tutto il mondo hanno posto in essere, consapevoli di un valore che l'industria ha troppo velocemente accantonato, in nome dell'efficienza.

 

Cover del libro  titolo: Semi ritrovati
  categoria: Saggi
  autore/i: Boscolo Marco, Tola Elisabetta
  editore: Codice Edizioni
  pagine: 240
  prezzo: € 16.00