Migrazioni, fughe, esilii, esodi: la storia delle popolazioni del Mediterraneo e del vicino Oriente è costellata da continui incontri con genti che parlano altre lingue, professano differenti religioni, hanno costumi e abitudini diverse. Quanto hanno inciso, nella formazione e nello sviluppo dell'arte, della cultura, del linguaggio, gli scambi e le relazioni che intrattenevano tra di loro i popoli dell'antichità? E' questo che si propone di indagare la mostra 'Verso l'orizzonte. Viaggi di popoli e cose tra vicino Oriente e Mediterraneo antico', ideata dall'Istituto di studi sulle civiltà dell'Egeo e del vicino Oriente (Icevo) del Cnr allestita al Palazzo Balbi di Campomorone (Ge), dal 25 marzo al 25 aprile.
L'esposizione, già proposta con successo nell'ambito dell'edizione 2010 del Festival della Scienza di Genova, allarga ora i propri confini e - grazie al supporto organizzativo dell'ufficio Promozione e sviluppo di collaborazioni del Cnr che ha curato l'intero allestimento di questa edizione - viene promossa in una realtà territoriale particolarmente attenta al tema della cultura scientifica, come testimoniato da numerose collaborazioni con il Festival della Scienza.
"Ci rivolgiamo a tutti e in particolare agli studenti, grazie alla parte interattiva della mostra, che permette, ad esempio, di cimentarsi con i metodi di scrittura degli antichi scribi", afferma Marie Claude Tremouille dell'Icevo-Cnr, ideatrice dei contenuti. "Un modo divertente per imparare a osservare il mondo da un'altra prospettiva e riflettere sul valore dello scambio culturale che storicamente ha caratterizzato la storia dei popoli del 'Mare Nostrum': Khurriti, Amorrei, Aramei, Egei. Completa la mostra un percorso costituito da ricostruzioni di reperti archeologici, pannelli e immagini che guidano il visitatore alla scoperta degli aspetti etnolinguistici, dei tempi e dei modi delle più importanti migrazioni della storia, le caratteristiche politiche e socio-culturali, i contatti con le altre popolazioni e l'eredità che queste ci hanno lasciato, testimonianza ancora straordinariamente attuale di come l'incontro tra culture debba essere considerato la più grande delle ricchezze".