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Tutti a scuola, si gioca!

di Cecilia Migali

Se i bambini potessero imparare a leggere, scrivere e far di conto giocando, sicuramente saluterebbero con entusiasmo l'inizio di ogni nuovo anno scolastico. Per il momento a gioire sono gli alunni delle scuole elementari del Trentino, che hanno partecipato al progetto pilota Dant (Didattica assistita dalle nuove tecnologie), un programma cofinanziato dal Fondo sociale europeo che prevede l'introduzione di videogiochi per l'apprendimento delle materie scolastiche

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Se i bambini potessero imparare a leggere, scrivere e far di conto giocando, sicuramente saluterebbero con entusiasmo l'inizio di ogni nuovo anno scolastico. Per il momento a gioire sono gli alunni delle scuole elementari del Trentino, che hanno partecipato al progetto pilota Dant (Didattica assistita dalle nuove tecnologie), un programma cofinanziato dal Fondo sociale europeo che prevede l'introduzione di videogiochi per l'apprendimento delle materie scolastiche.
Realizzato dall'Iprase (Istituto provinciale per la ricerca e la sperimentazione educativa), Dant è stato sviluppato con la consulenza scientifica e tecnologica di Francesco Antinucci, dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr di Roma. "Il progetto è stato concepito per essere inserito nei programmi ministeriali delle scuole elementari e medie", spiega Antinucci. "Abbiamo pensato di applicare il linguaggio del gioco alle moderne tecnologie digitali con l'obiettivo di trasformare il processo dell'apprendimento da simbolico a esperienziale".
Il team coordinato da Antinucci ha realizzato 101 ambienti virtuali interattivi con relativi eserciziari per tutte le materie, dalla matematica all'italiano, dalla geografia alla fisica, dalle scienze alla musica. "Si tratta di videogiochi semplici e divertenti", prosegue il ricercatore del Cnr, "che stimolano l'immaginazione e la curiosità dei ragazzi, grazie anche all'impiego di personaggi creati ad hoc per la loro età, come il pifferaio magico che introduce gli alunni all'educazione musicale. Riteniamo, infatti, che i videogiochi offrano opportunità straordinarie, in quanto attivano nei ragazzi due fattori chiave per un apprendimento solido e duraturo: l'esperienza e la motivazione, elementi che spesso le metodologie tradizionali trascurano".
E alla prova dei fatti, i numeri hanno dato ragione a questa convinzione: l'85,3% degli insegnanti della scuola primaria coinvolti nella sperimentazione ha notato un significativo effetto positivo sulla performance degli studenti. Una percezione confermata dai risultati dei test per la matematica e l'italiano effettuati su circa 5.000 bambini delle scuole elementari del Trentino. I test hanno infatti dimostrato che gli alunni che avevano studiato giocando hanno ottenuto punteggi di gran lunga maggiori rispetto a quelli che avevano studiato seguendo i metodi tradizionali. "La ragione del successo ha a che fare con la nostra costituzione biologica", commenta Antinucci. "L'apprendimento che si verifica attraverso la modalità percettivo-motoria, ossia attraverso l'esperienza ludica, è il più antico, quello che l'uomo conosce meglio: avviene quasi in modo inconsapevole, immediato e rimane impresso nella memoria". I tanto criticati videogiochi sono, quindi, riabilitati dalla scienza.
"Giocare è sempre apprendere", conclude il ricercatore dell'Istc-Cnr, "dalla natura del gioco dipende ciò che si impara".

Fonte: Francesco Antinucci, Istituto di scienze e tecnologie della cognizione, Roma