Focus: 25 anni del web

Per una scuola 'smart'

Persona al computer
di Francesca Gorini
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Con un ritmo di crescita di sette milioni di pagine al giorno, la rete è diventata il luogo virtuale in cui si trova la maggiore quantità di informazioni del pianeta. Una mole enorme di dati immediatamente disponibili e privi di filtri, spesso frammentati e difficili da classificare: una semplice ricerca su Google sforna pagine e pagine di riferimenti, rendendo spesso piuttosto complicato, ad esempio per uno studente, discernere l’informazione rilevante e attendibile da quella dubbia o falsa. È lecito dunque chiedersi quanto il mondo della scuola sia in grado di far fronte alla rivoluzione digitale.

“Internet è una risorsa straordinaria come strumento didattico e di formazione, ma la scuola è ancora legata a modelli formativi tradizionali, in cui l’apprendimento si realizza attraverso la progressiva accumulazione di contenuti e il sapere è codificato e tramandato attraverso i libri di testo, che sono visti come una fonte di conoscenza autorevole, affidabile e stabile”, spiega Rosa Maria Bottino, direttore dell’Istituto per le tecnologie didattiche (Itd) del Cnr di Genova. “Eppure l’attuale esplosione della conoscenza, la sua continua evoluzione e la sua distribuzione in una varietà di media rende inapplicabile tale modello. Saper sfruttare il potenziale della rete significa integrare informazioni provenienti da fonti diverse, essere in grado di valutarne l’affidabilità e utilizzare gli strumenti informatici per analizzarle e presentarle agli altri”.

Quali competenze di base servono, allora, nell'era digitale? “Certamente sono necessarie abilità tradizionali di tipo logico-linguistico, ma anche capacità diverse, poco presenti nella prassi educativa, come il saper porre domande, cogliere indizi e fare ipotesi, riconoscere segnali di appropriatezza e affidabilità, usare in maniera consapevole e flessibile strumenti e strategie di ricerca”, aggiunge Bottino. “La familiarità dei nativi digitali con gli strumenti della rete aiuta, ma non è sufficiente. La scuola deve saper ri-orientare i propri obiettivi, e aiutare le nuove generazioni nell'imparare a imparare”.

In una società in cui il sapere assume sempre più una dimensione sociale e complessa, quindi, uno degli obiettivi del sistema educativo può essere favorire lo sviluppo di capacità cognitive nuove. "Nel mondo viene costantemente prodotta nuova conoscenza, che richiede processi di integrazione e condivisione”, conclude il direttore. “Il sistema della  formazione può dare un contributo importante per adattarsi a questo nuovo scenario, ad esempio rendendo i giovani in grado di orientarsi nella complessità e promuovendo le capacità sociali necessarie per comunicare e lavorare, secondo modelli di apprendimento orientati alla condivisione di strumenti e contenuti”.

 

Fonte: Rosa Bottino, Istituto per le tecnologie didattiche, Genova, tel. 010/6475676 , email bottino@itd.cnr.it

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