Uno studio condotto da vari istituti di ricerca europei, pubblicato sulla rivista 'Nature Scientific Reports’, dimostra che alcuni pesci che popolano laghi di montagna sui Pirenei, tra Francia e Spagna, e sulla catena dei monti Tatra, tra Polonia e Slovacchia, si stanno 'femminizzando’, cioè vengono alterati nel loro equilibrio ormonale dai cosiddetti 'interferenti endocrini’, sostanze inquinanti che provocano effetti negativi nei soggetti contaminati, tra cui - secondo questa ipotesi – un cambio dei caratteri sessuali. “È come se avessero assunto, involontariamente, pillole anticoncezionali" chiarisce l’esperto in zoologia Reinhard Lackner. La presenza delle sostanze mutanti è stata riscontrata nel sangue, nel fegato e nei tessuti muscolari.
Il vettore degli agenti chimici inquinanti, la cui provenienza è stata individuata in centri urbani, zone industriali e terreni agricoli, tutti lontani centinaia di chilometri dai laghi in questione, dovrebbe essere l'aria. “Il livello basale di inquinamento che raggiunge l’intera biosfera è sufficiente a provocare effetti biologici anche in siti remoti” spiega Benjamín Piña, dell’Istituto di ricerca ambientale e di studio dell’acqua di Barcellona, aggiungendo che “la soluzione non è depurare o pulire, ma non diffondere e non produrre queste sostanze”. Resta ancora da chiarire se la contaminazione atmosferica possa avere conseguenze sulla capacità riproduttiva dei pesci.
Già nel 2009 uno studio dell’Istituto di ricerca sulle acque (Irsa) del Cnr aveva rilevato un effetto 'femminizzante’ nei pesci del Po, causato dagli scarichi di origine urbana e industriale che avevano alterato il sistema endocrino dalla fauna ittica, si possono ipotizzare effetti simili per l’uomo.