Ordigni e reperti bellici di fondamentale importanza per la nostra memoria storica emergono periodicamente dal mare di Anzio, teatro dello sbarco angloamericano degli alleati il fatidico 22 gennaio 1944. La loro naturale destinazione è il Museo dello sbarco di Anzio, cui spetta il compito di raccoglierli, catalogarli e "raccontarli" attraverso allestimenti e iniziative che rendano visitatori di ogni età consapevoli del significato dell’Operazione "Shingle", com’era conosciuta in codice.
Il Museo, realizzato dal Centro di ricerca e documentazione sullo sbarco e la battaglia di Anzio è stato inaugurato proprio in occasione del 50° anniversario dello sbarco, il 22 gennaio 1994, e ha sede in una delle sale della seicentesca Villa Adele, nel cuore del centro storico della cittadina laziale. Il suo percorso si articola in quattro sezioni, dedicate rispettivamente a oggetti e documenti tedeschi, italiani, inglesi e statunitensi: uniformi, armi, decorazioni, oggetti personali, documenti, foto, mappe e piani di battaglia, giornali d’epoca, manifesti e documenti propagandistici.
Molti materiali sono stati restituiti dal mare o recuperati dal fondale di Anzio e, seppure corrotti e incrostati, "parlano" ancora e fanno rivivere con commozione la drammaticità di quei giorni. A varie profondità sono stati rinvenuti relitti e reperti di aerei abbattuti, navi da guerra e da carico, mezzi da sbarco, spesso addirittura con l’equipaggio, come gli incrociatori britannici Janus e Spartan e la nave ospedale St. David.