Nella prima sezione dedicata alla scultura sono esposti “Il gallo” (Le Coq) 1935, “L’uccellino” (L’Oiselet) 1928 e “Leda” 1920/1926 circa, opere emblematiche della ricerca dell’artista, che inventa una figurazione simbolica per esprimere l’essenza dell’animale attraverso la semplificazione delle forme e l’eliminazione di qualsiasi tipo di dettaglio. A queste opere, prestate dal Georges Pompidou di Parigi, si aggiunge una selezione di sculture antiche che arricchiscono l’esposizione: statue, balsamari, are e sonagli di età romana, provenienti dal Museo nazionale romano, dal Museo archeologico nazionale di Venezia e dal Museo nazionale etrusco di Villa Giulia di Roma, che raccontano come le espressioni artistiche del passato abbiano influenzato la cultura visiva di Brancusi. Gli uccelli, con la loro simbologia sacro-rituale, sono portatori di messaggi divini, in connessione con la sfera celeste.
La seconda sezione della mostra indaga sull’utilizzo del medium fotografico come espressione artistica, ma anche di ricerca, da parte dell’artista. All’esposizione si accompagna una sua raccolta di saggi, edita da Electa e in arrivo per la fine di marzo, che colma una grave mancanza nel panorama editoriale italiano dello scultore, che ha inventato la modernità e al quale il Centre Pompidou ha consacrato una grande antologica lo scorso anno.
Informazioni: https://colosseo.it/evento/brancusi-scolpire-il-volo/