Faccia a faccia

La terza passione di Sonia Bergamasco

Sonia Bergamasco
di Marco Ferrazzoli

L'attrice unisce all'attività artistica e alla formazione musicale un forte interesse per la ricerca scientifica, che l'ha portata a visitare laboratori e musei. “Si tratta di tre mondi uniti dalla creatività”, spiega. E anche 'Quo Vado?', il film di Checco Zalone record di incassi del quale è stata protagonista, secondo l'artista “ha mostrato l'entusiasmo e lo spirito di avventura dei nostri ricercatori, soprattutto ai bambini, il che è importantissimo”

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Nello studio della bella casa romana di Fabrizio Gifuni e Sonia Bergamasco, un solido appartamento borghese con innesti loft, abbondano i saggi di divulgazione scientifica, dal 'classico' Richard Feynman a una monumentale storia della matematica. L'attrice spiega come sia nata questa terza passione, che si aggiunge a quelle per la musica (è diplomata in pianoforte al conservatorio Giuseppe Verdi, oltre che alla scuola del Piccolo Teatro) e per il lavoro, costellato da oltre 50 opere teatrali, film per il cinema e la televisione, e da decine di premi, tra i quali un Nastro d'argento, un Duse, un Ciak d'oro e ben due Flaiano. “Penso che in tutti e tre questi mondi ci sia un elemento comune di creatività, fantasia, intuizione, capacità di immaginare. Lo diamo magari come scontato per noi attori e per i musicisti, invece ho capito che è altrettanto determinante nella scienza”.

In effetti la fase teorica, di fantasia e curiosità, per esempio nella fisica, è determinante. Ne ha avuto una conferma, visitando il Cern a Ginevra?

Sì. L'incontro con personaggi quali il fisico Guido Tonelli da questo punto di vista è stato illuminante, come ho cercato di raccontare sul Corriere della sera, che ha pubblicato un mio reportage dal Cern. Ho capito quanto nella ricerca contino soprattutto le domande che si sollevano e affrontano, quasi più delle risposte che poi si riescono a trovare. La cosa importante è che le domande che i ricercatori si pongono riguardano tutti noi, la nostra vita, anche quando l'ambito disciplinare nel quale nascono, in apparenza, è del tutto astratto. Noi siamo corpo, materia, ed è indispensabile capire sempre meglio come siamo fatti, la nostra natura, la realtà in cui viviamo e di cui siamo parte. Naturalmente le stesse considerazioni valgono anche per la chimica, la matematica…

Discipline che però non incontrano grande simpatia popolare: in genere le si ricorda solo come noiose materie scolastiche. Per lei la fascinazione della ricerca come è nata?

Dico spesso (ride, ndr) che la cosa più bella dell'aver fatto da madrina alla Mostra del cinema di Venezia, lo scorso anno, è stata che, grazie a un curioso giro di conoscenze e coincidenze, quell'esperienza mi ha portato prima al Cern e poi al Museo Leonardo da Vinci, dove ero già stata quando vivevo a Milano ma che ora è stato rinnovato profondamente. Comunque intendo continuare, anche perché mi arrivano inviti a visitare altri laboratori. E dovrò tornare al Cern perché Fabrizio, mio marito, non ha potuto accompagnarmi ed è arrabbiatissimo…

Tra le sue letture non saranno mancate le 'Sette brevi lezioni di fisica' di Carlo Rovelli, il best e long seller della divulgazione scientifica italiana.

Certamente! (Sonia Bergamasco si alza, cerca il libro, ndr). Dove l'ho messo? L'avrò prestato a qualcuno… Quello di Rovelli è un saggio che dimostra come la semplicità non sia un punto di partenza ma di arrivo, per giungere al quale è necessario un grande sforzo. In treno mi è capitato di chiacchierare con una ragazza molto giovane, scoprendo che era una ricercatrice, laureata in fisica: ha snobbato le 'Sette lezioni' con un “è molto divulgativo…”, alzando le sopracciglia.

In genere però i giovani ricercatori sono disponibili a fare divulgazione, non la considerano più una 'contaminazione', anche se non viene loro riconosciuta come attività professionale. A proposito di contaminazioni: come si è trovata in 'Quo Vado?', in un film e in un ruolo molto diversi dalle sue esperienze consuete?

È stato un tuffo nel vuoto. La scelta è stata tutta di Luca e Gennaro (Luca Medici, alias Checco Zalone, e il regista Gennaro Nunziante, ndr) e mi sarebbe potuta andare malissimo, essendo il loro linguaggio cinematografico diversissimo dal mio: lo definirei una comicità integralista, speciale e molto, molto studiata. Come dicevamo prima a proposito della divulgazione, la semplicità è un obiettivo che in realtà richiede impegno, lavoro, accuratezza. Credo sia per questo che il film ha avuto tanto successo, in particolare tra i bambini, risultato questo che considero importantissimo.

Non crede che il film, con i ricercatori contrapposti agli scansafatiche e le scene girate in Artico, anche nella base Cnr, abbia svolto una funzione importante verso il pubblico?

Lo credo e infatti penso che Luca alias Checco segua un'etica del lavoro precisa, quella per esempio che lo porta a rifiutare le pubblicità che gli propongono, possiamo immaginare con quali compensi. Con Nunziante hanno operato una sorta di riscrittura 2.0 della commedia all'italiana, molto originale, perseguendo una ricerca formale e registica accuratissima: la definirei 'cellulare', per usare un termine scientifico. Rispetto a film come 'La teoria del tutto' sulla vita di Stephen Hawkings, che entrano nello specifico del mondo scientifico tramite il biografismo,'Quo Vado?' ha operato una scelta diversa: non intende 'spiegare' nulla della ricerca ma ne fa percepire l'entusiasmo, lo spirito d'avventura. Il che, ripeto, è importante soprattutto rispetto al pubblico dei bambini.

Parlando di bambini, per le vostre figlie prevede una carriera artistica, sulle orme dei genitori, o magari da ricercatrici?

Sono ancora piccole e avranno tempo di pensarci, ovviamente. Per ora Maria dice che farà l'attrice e la cantante e sta studiando musica, come del resto ho fatto anche io. Valeria invece è assolutamente sicura di non scegliere il nostro mestiere: se pensasse di provare con la ricerca scientifica ne sarei felice, certo. Come ho detto considero musica, recitazione e ricerca come tre attività unite dalla creatività.

Per restare in famiglia, è complicato condurre un ménage coniugale con un marito che è anche collega?

No, assolutamente, facciamo un mestiere che entrambi amiamo molto ma in modo sereno. Con la differenza che nel cinema si lavora soprattutto in base alle opportunità che vengono offerte, mentre in teatro abbiamo maggiore possibilità di scelta.

Avete lavorato insieme in un film importante come 'La meglio gioventù', dove interpretavate due ruoli molto forti. Come ha vissuto quell'esperienza e quella parte?

Giulia (la terrorista interpretata da Sonia Bergamasco, ndr) l'ho tenuta abbracciata a me per tutto il tempo delle riprese e nel film non avrei potuto interpretare altro che quel ruolo. Non avrei scelto nessun altro personaggio. (foto Gianmarco Chieregato