Le origini, che grande racconto!
di Marco FerrazzoliIl complesso tema è stato affrontato – con tagli diversi - nei saggi di Oren Harman, Jim Baggott, Adam Rutherford, Guido Tonelli e David Reich. Letture che aiutano a capire i limiti che si incontrano nel tentare di ricostruire la storia “scientifica” della creazione: un avanzamento faticoso, affascinante e controverso
Quello delle origini è sempre un racconto: questa, in estrema sintesi, la conclusione che si può trarre dall'ampia e variegata produzione editoriale che di recente sta affrontando il tema. Conclusione peraltro ovvia, poiché se si parla di ciò che è stato prima di noi l'unica modalità per darne conoscenza, anche in senso scientifico, è appunto narrativa. Parliamo di opere molto distanti, diverse tra loro, ma tutte di indubbio interesse.
Jaca Book sta per esempio estrapolando dalla celebre “Enciclopedia delle religioni” dello storico Mircea Eliade, che nell'edizione inglese originale constava di 16 volumi, una serie di “Dizionari”: ne sono usciti già una decina, tra cui quello del mito (428 pagine, 34,00 euro). Il fisico Guido Tonelli – già autore de “La nascita imperfetta delle cose” e di “Cercare mondi”, entrambi editi da Rizzoli – è uscito ora per Feltrinelli con “Genesi. Il grande racconto delle origini” (224 pagine, 17,00 euro), una storia dell'universo che nel suo filo rosso intreccia scienza, mito, arte, linguaggio. Il saggio è suddiviso in sette capitoli: nel primo, dedicato al Big Bang, si spiega come le diverse fasi di questo processo abbiano avuto durate enormemente diverse, da 10-35 secondi fino a 13 miliardi di anni; l'epilogo su “Ciò che ci rende umani” spiega invece come la scienza e il canto dello sciamano, pur collocandosi in epoche e ambiti diversi, svolgano entrambi la funzione di antidoto alla “meraviglia mista ad angoscia” che l'uomo prova, dovunque e in ogni tempo.
Il saggista inglese Jim Baggott nel suo “Origini. La storia scientifica della creazione” (Adelphi, 444 pagine, 39,00 euro) ha messo in fila una serie di teorie e ipotesi, costruendo una ponderosa storia della nostra esistenza sulla Terra. “Cinquanta o sessanta anni fa la cosmologia era nella sua infanzia e l'idea che potesse fornire prove per una teoria sull'origine dell'universo sarebbe suonata folle. Oggi esiste persino una serie televisiva che si intitola Big Bang Theory”, osserva spiritosamente l'autore, “per cui possiamo tentare di costruire un'unica narrativa delle origini”. Un tentativo, appunto: Baggott frena gli entusiasmi del lettore con nette dichiarazioni sull'imperfezione della conoscenza disponibile. “La scienza deve basarsi su esperimenti e osservazioni connessioni col mondo reale. Perciò certe teorie della fisica sono affascinanti ma solo speculative”, per quanto si possano mettere “etichette chiare”. Situazioni ben diverse separano le “'cose' teoriche che possono essere provate, come è accaduto col bosone di Higgs, e altre che non potranno esserlo mai come la teoria delle stringhe” (l'autore, non a caso, ha dedicato un libro proprio a “Il bosone di Higgs. L'invenzione e la scoperta della particella di Dio”). Insomma, secondo questo “scrittore di scienza” non “scienziato” ci sono diversi paletti a quanto “la scienza potrà mai spiegare”, per esempio non ha senso chiedersi cosa “ci fosse prima della nascita dell'universo”, mentre lo studio dell'origine della vita e della coscienza è limitato dalla straordinaria complessità di biologia e chimica e dal “grande elemento di casualità” che incide nella storia della vita sulla Terra.
Il filosofo e storico della scienza Oren Harman, nel suo “Evoluzioni”, ha raccolto “quindici miti che spiegano il nostro mondo”, stabilendo una sorta di equivalenza niente affatto scontata tra la storia scientifica dell'universo, la “spiegazione” della realtà naturale e le narrazioni mitologiche. Un assunto opinabile. Per quanto la ricostruzione razionale e logica del processo che ci ha portato verso l'attuale realtà sia costretta ad applicare interpretazioni e modelli su prove materiali talvolta scarsissime o inesistenti, lo “storytelling” cosmogonico del passato non aveva la funzione banalmente esclusiva di “spiegare” la nostra posizione nel tempo-spazio in mancanza di conoscenze sufficienti, tanto che anche le antiche civiltà produttrici di mitologie conducevano nel contempo studi, per quanto pionieristici e ingenui, che potremmo in qualche misura definire tentativi “scientifici”. Lo stesso Harman ricorda come, secondo Platone, “i miti sono storie di fantasia […] che possono esprimere verità universali”, quindi con due registri esegetici convergenti, ed è pertanto incoerente l'asserzione che “i miti divennero superflui quando una nuova concretezza si impossessò dell'epoca della macchina a vapore, del treno, del telegrafo e della luce elettrica”.
Adam Rutherford, che ha studiato genetica ma lavora come divulgatore scientifico e conduttore televisivo, dopo la “Breve storia di chiunque sia mai vissuto” (Bollati Boringhieri, 2017) esce ora per lo stesso editore con “Umani”. L'autore si domanda se e cosa distingua l'uomo rispetto agli altri animali dopo che – a partire da Charles Darwin – si è stabilito “in maniera irrefutabile” che tutti gli organismi “affondano le loro radici in un'unica origine e in un codice comune”, che le molecole della vita sono condivise universalmente, che il codice genetico si forma sempre con le stesse quattro lettere (A, C, T, G), che i meccanismi con cui siamo giunti sin qui sono sempre gli stessi: geni, Dna, proteine, metabolismo, selezione naturale. Inoltre, osserva l'autore, “la nostra specie ha una storia di oltre 3.000 secoli […] il nostro corpo non è molto diverso dall'Homo sapiens africano di 200.000 anni fa”, eppure “in questa staticità c'è un paradosso”: un cambiamento relativamente improvviso – cioè durato centinaia di generazioni – che ha introdotto la cultura, gli utensili, l'uso di pigmenti a scopo decorativo, la capacità di controllare il fuoco e cuocere i cibi… Un “grande balzo in avanti”, una “rivoluzione cognitiva” grazie a cui oggi siamo la specie dominante del pianeta sotto molti aspetti, ancorché i batteri ci superino per numero, siano più longevità e non temano l'estinzione. L'evoluzione ci ha “muniti di un pacchetto di facoltà cognitive” che ci induce “un senso di separatezza dalla natura” su cui dovremmo riflettere meglio: molti tratti come l'uso di strumenti o l'attività sessuale non riproduttiva e omosessuale, un tempo considerati unicamente umani, non lo sono, ancorché gli altri animali con tali caratteristiche (talvolta sorprendentemente somiglianti alle nostre) siano pochi, meno dell'1% delle specie. Tra queste, i tursiopi (delfini dal naso a bottiglia), i corvi, gli scimpanzè, il nibbio e il falco bruno, i babbuini Gelada, elefanti, gorilla, il granchio pugile e le formiche taglia foglie: compiono azioni come coltivare, controllare e usare il fuoco, adoperare utensili, masturbarsi.
David Reich, professore di Genetica ad Harvard, nel 2015 è stato inserito da Nature tra i dieci scienziati più influenti. È uno dei pionieri dell'analisi del DNA umano antico e in “Chi siamo e come siamo arrivati fin qui” spiega come questa rivoluzione - considerando che il genoma umano contiene la storia della nostra specie - stia trasformando la comprensione della nostra genealogia, della diseguaglianza, della diversità tra gruppi, sessi e individui. Il saggio smentisce l'idea che non ci siano significative differenze biologiche tra le popolazioni, ma al tempo stesso avverte come molte di queste differenze non coincidano con gli stereotipi razziali o razzisti. Il libro ha acceso un vivace dibattito: una giornalista ha ironicamente osservato come “essere un ebreo ashkenazita della East Coast americana, per la professione di David Reich, comporta alcuni vantaggi: quando scrive e dice che 'è ovvio che siamo tutti diversi, per forza dobbiamo esserlo', non può essere accusato di perorare teorie razziste”.
titolo: Evoluzioni
categoria: Saggi
autore/i: Harman Oren
editore: Codice edizioni
pagine: 212
prezzo: € 18.00
titolo: Umani
categoria: Saggi
autore/i: Rutherford Adam
editore: Bollati Boringhieri
pagine: 230
prezzo: € 24.00
titolo: Chi siamo e come siamo arrivati fin qui
categoria: Saggi
autore/i: Reich David
editore: Raffello Cortina
pagine: 406