Focus: Sonno e sogno

Pasticca per dormire? Dipende

Sonniferi
di Alessia Cosseddu

Chi assume farmaci ipnotici per lunghi periodi può sviluppare sia una dipendenza dal gesto di assumerlo, nella convinzione che se non lo fa non riuscirà a dormire, sia una vera dipendenza farmacologica del tutto simile a quella da droghe. Troppo spesso, inoltre, si ricorre all'assunzione in mancanza di una reale necessità e, ancora peggio, senza prescrizione medica. Gli studi Espad® Italia e Ipsad ci aiutano a fare un quadro della situazione. Ne parliamo con Francesca Denoth dell'Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche

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La tolleranza e lo sviluppo della dipendenza dallo psicofarmaco, sia psicologica che farmacologica, rappresentano il maggior rischio a lungo termine associato al consumo di ipnotici. Chi assume questi farmaci per lunghi periodi sviluppa sia una convinzione che altrimenti non riuscirà a dormire, sia una dipendenza del tutto simile alle droghe con effetti psicotropi. Per questo l’assunzione della cosìdetta “pasticca per dormire” deve avvenire sotto stretta sorveglianza medica, anche quando è assunta dietro prescrizione e in caso di necessità o patologia accertata. 

Aiutano a fare un quadro della situazione gli studi Espad® Italia (European school survey on alcohol and other drugs) e Ipsad (Italian population survey on alcohol and other drugs) realizzati dall’Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Consiglio nazionale delle ricerche, secondo cui il consumo di psicofarmaci senza prescrizione medica sembra piuttosto diffuso nella popolazione italiana ed è senz’altro sottostimato. “Dai dati Espad emerge che, nel 2021, il 6,6% degli studenti italiani (171mila) tra i 15 e i 19 anni ha assunto psicofarmaci nel corso degli ultimi 12 mesi. I dati Ipsad confermano e si stima siano quasi 7 milioni le persone tra i 15 e i 74 anni, corrispondenti al 15,1% della popolazione di pari età residente in Italia, che hanno assunto psicofarmaci almeno una volta nel corso dell’anno", spiega Francesca Denoth del Cnr-Ifc. "Fra gli psicofarmaci assunti senza prescrizione medica, quelli maggiormente diffusi fra i ragazzi sono i sonniferi (5%), che tra gli adulti seguono, con il 5,8%, i tranquillanti o gli ansiolitici (oltre il 10% della popolazione). Ci sono diversi canali per accedere a questi farmaci senza prescrizione. I più giovani li trovano nell'armadietto dei medicinali in casa, oppure se li procurano tramite amici. Un altro modo, per adulti e ragazzi, è l'acquisto in Internet. Si tratta di un uso senza alcun controllo medico, quindi rischioso per la salute”.

L’indagine Espad aiuta a capire perché queste persone ricorrono al farmaco ipnotico anche se non prescritto dal medico. “I motivi sono molteplici, ma tutti riconducibili dalla sottostima dei rischi reali. Gli adolescenti affermano di usare tranquillanti e sonniferi per affrontare meglio la scuola, le ragazze per stare meglio con sé stesse", aggiunge la ricercatrice. "Gli studi ci dicono anche che fra gli adolescenti questi farmaci sono utilizzati per calmarsi dopo aver assunto sostanze psicotrope eccitanti come cocaina e Mdma. In età adulta l’assunzione di ipnotici è spesso associata a stati di stress”.

Persona che prende farmaci

Quali sono i possibili effetti indesiderati di questo consumo? Ed è possibile che il consumo di sonniferi senza controllo medico? “I sonniferi, ovviamente, aiutano a trattare i disturbi del sonno. Tuttavia, se presi senza regola possono comportare l’effetto opposto a quello desiderato", chiarisce Denoth. "E' possibile ipotizzare che, in una prima fase, l’assunzione di psicofarmaci per dormire sia effettivamente in grado di ostacolare problematiche legate al sonno, ma a lungo termine comporti una disregolazione che potrebbe, spronare ad aumentare le dosi. Anche gli ansiolitici e gli antidepressivi possono essere utilizzati per contrastare i disturbi del sonno e l’utilizzo combinato con gli ipnotici amplia l’effetto. Si evince quindi quanto sia importante assumerli in seguito a una corretta diagnosi, conseguente prescrizione e sotto stretto controllo medico”.

Secondo uno studio (Atkin, Comai & Gobbi, 2018) anche il consumo di benzodiazepine e Z-drugs non è privo di potenziali effetti collaterali. “Nel breve termine, i rischi associati si traducono in una sensazione di stordimento che può perdurare dalle prime ore del mattino fino, in alcuni casi, alle ore pomeridiane. La persona è quindi indotta a consumare più sostanze eccitanti come caffè e nicotina per mantenersi attiva, innescando un circolo vizioso che porta all’assunzione di psicofarmaci serale per rilassarsi", conclude la ricercatrice. Un circolo vizioso. Altri effetti collaterali possono invece consistere in deterioramento cognitivo, tolleranza, insonnia di rimbalzo dopo l'interruzione, esperienza di incidenti stradali e cadute, abuso e dipendenza. Senza controllo medico la persona può associare sonniferi anche con gli antistaminici, o alcolici che ne amplificano gli effetti. Nel caso dell’alcol si può andare incontro a gravi difficoltà respiratorie fino alla morte, la covid detta ‘morte delle star’”.

Fonte: Francesca Denoth, Istituto di fisiologia clinica, e-mail: francesca.denoth@cnr.it