Non è un paese per vecchi
In 'Non ho l'età', il giornalista Giangiacomo Schiavi e il geriatra Carlo Vergani affrontano il tema dell'accresciuta longevità della popolazione italiana, rilevando le criticità, ma anche le opportunità che la situazione offre
Negli ultimi anni in Italia, come in altri Paesi, si è registrato un aumento dell'aspettativa di vita: 80,1 anni per gli uomini e 84,7 per le donne. Si tratta senz'altro di un dato positivo, ma pone anche alcuni problemi sia a chi invecchia, che deve ad esempio convivere con patologie tipiche della terza età, sia allo Stato, che si trova ad affrontare questioni quali l'assistenza sanitaria a un numero sempre più elevato di cittadini: nel 2020 il numero degli over 65 supererà quello dei bambini con meno di 5 anni. Nel saggio 'Non ho l'età', edito da Centauria, il giornalista del Corriere della sera Giangiacomo Schiavi e il geriatra Carlo Vergani esaminano il fenomeno e forniscono alcuni suggerimenti per fare in modo che la maggiore durata della vita si trasformi in un'opportunità.
“Non basta vivere a lungo. Bisogna vivere meglio”, evidenzia il volume. E per raggiungere questo obiettivo occorre “fare prevenzione per tutelare la salute”, iniziando dalla scuola con l'educazione alimentare, per proseguire poi con l'ecologia urbana. Tra i consigli agli anziani, primo tra tutti quello di seguire una corretta alimentazione, che viene identificata nella Dieta mediterranea. Ma non basta, è importante anche mantenere una costante attività fisica e sessuale. È necessario però che la medicina cambi il proprio approccio verso gli anziani: “Oggi abbiamo bisogno di una medicina che sappia interpretare il bisogno multidimensionale dell'anziano, della medicina narrativa che non è l'aneddotica, ma l'arte del comprendere”.
Molto del malessere degli anziani non è però legato alle malattie, quanto piuttosto alla loro condizione esistenziale, alla “cultura dello scarto”: “L'emarginazione dei vecchi è un dato di fatto che non si può ignorare. Ma dividere la società in due alzando un muro con i giovani non è solo controproducente, è una follia”. Per contrastarla, si può fare qualcosa, come ricordano gli autori con alcuni esempi. Luisa Tedeschi ha ideato a Milano l'Internet Saloon, per l'alfabetizzazione digitale degli anziani ed è stato un successo: molti di loro, grazie al web, hanno potuto dialogare a distanza con amici e parenti. Efficace per sentirsi più giovani, si ricorda nel volume, è anche la pratica del volontariato: secondo uno studio della Carnegie Mellon University di Pittsburg donare agli altri un po' del proprio tempo riduce il rischio di mortalità del 20% e protegge dalla depressione. Utile è anche sostituire il ricovero in strutture protette con modelli di 'residenza comunitaria', “aperta sul territorio con il coinvolgimento dei famigliari così da dare all'anziano la possibilità di non sentirsi istituzionalizzato, di 'sentirsi a casa'”. È importante, inoltre, che gli anziani trasmettano le loro conoscenze ai più giovani e diano in tal modo il loro contributo a “creare quel capitale sociale che, come documentato in molti studi, contribuisce grandemente alla crescita”.
Il volume si conclude con due interviste, la prima a Gillo Dorfles, critico d'arte, pittore e filosofo che ha compiuto quest'anno 106 anni; l'altra alla ventiquattrenne Fiamma Invernizzi, architetto impegnata nel volontariato.
titolo: Non ho l'età
categoria: Saggi
autore/i: Schiavi Giangiacomo, Vergani Carlo
editore: Centauria
pagine: 138
prezzo: € 13.90