Dialogo tra neuroscienze e diritto
Il libro “Il delitto del cervello” (Codice edizioni) di Andrea Lavazza e Luca Sammicheli espone l'impatto sul diritto delle odierne scoperte in ambito neuroscientifico. Quando le emozioni hanno il dominio sulle azioni
“Il delitto del cervello”, (Codice edizioni), scritto dallo studioso di scienze cognitive e caporedattore di “Avvenire” Andrea Lavazza e dal giudice onorario al Tribunale per i minori di Venezia e docente presso le Università di Padova e Bologna Luca Sammicheli, espone in maniera chiara l'impatto che potrebbero avere sul diritto le odierne scoperte nell'ambito neuroscientifico.
Il volume descrive la visione dell'essere umano secondo la scienza e secondo la giurisprudenza, e cerca di portare il lettore a una nuova comprensione, più alta e più completa, di questi argomenti, tentando di eliminare quel preconcetto semplicistico che porta a una polarizzazione e a una divisione binaria assoluta tra buono e cattivo degli individui e dei fatti. L'opera propone "una visione più obiettiva e consapevole dei nostri meccanismi mentali" e di come questi non possano non essere considerati nella formulazione giudiziaria e legiferativa del diritto.
Scendendo nei particolari, l'immagine dell'uomo che presenta la giurisprudenza è quella dell'individuo libero, razionale, consapevole e padrone delle sue azioni. Per questa disciplina, quindi, tale consapevolezza rimane invariata anche quando l'individuo compie scelte “criminali”. Le neuroscienze hanno cambiato le carte in tavola mostrandoci che questa visione è troppo riduttiva. Da molti studi emerge infatti che le emozioni hanno spesso il dominio sulle nostre azioni e questo spinge a interrogarci sul concetto di responsabilità nei reati. “L'agire criminale è davvero consapevole? Ha senso punire chi è 'predisposto' all'aggressività? Una persona psicopatica ha delle 'attenuanti' data la sua mancanza di empatia?”
Questo dibattito è assolutamente legittimo, e l'evoluzione della società esige una maturazione delle sue norme e del concetto stesso di giustizia alla luce delle nuove conoscenze scientifiche. Ma dalla narrazione che ne fanno gli autori si evince come queste due discipline, la psicologia e la giurisprudenza, siano destinate a intersecarsi influenzandosi sempre più a vicenda, ma rimanendo di pari importanza. Se la genetica da un lato porterebbe la giurisprudenza a rivalutare alcuni suoi punti chiave, dall'altro lato le nuove scoperte neuroscientifiche hanno ancora un impatto circoscritto, e anche quando sembra possano sconvolgere le regole del diritto, in verità vengono integrate in esso senza fare troppo rumore.
Il ramo delle neuroscienze è in pieno fermento; ciò rende l'argomento affascinante, intricato e mutevole, ma la forza del libro sta nel trattare questo tema in modo chiaro e lineare. Riesce a darci un quadro generale molto obiettivo senza privarlo in alcun modo della sua “umanità”. Ogni paragrafo diventa così un'occasione di riflessione per il lettore, senza distrarlo.
In diversi punti vengono fatte delle semplificazioni, ma la narrazione trova il giusto compromesso tra comprensione e tecnicismo, ciò permette un'esplorazione di tutte le nozioni in maniera pacata e senza lasciare nulla indietro. Il risultato è efficace, un dialogo continuo tra le due discipline, che si fondono arricchendoci ben oltre le basilari nozioni fornite dalle stesse prese singolarmente.
titolo: Il delitto del cervello
categoria: Saggi
autore/i: Sammicheli Luca, Lavazza Andrea
editore: Codice Edizioni
pagine: 320
prezzo: € 15.00