“I numeri sanno essere noiosi e scostanti, inadatti a costruire una storia potente. Il discorso cambia se integrano una narrazione efficace. Ce ne siamo accorti dal febbraio del 2020”. È quanto scrive il giornalista Alfonso Schiavino nel libro “I numeri e Socrate” (Edi), che affronta la pandemia come prima crisi globale vissuta pienamente con i social network, che hanno sostituito i luoghi classici del dibattito pubblico. “I social premiano lo storytelling, una comunicazione eccitante che nelle migliori espressioni mette in connessione emotività e dati numerici”.
I 140 articoli raccolti nel libro analizzano fatti accaduti nell’arco di 10 anni sulla base di documenti pubblicati in rete o di numeri estratti dalle tavole statistiche. Le fonti utilizzate sono soprattutto italiane (Istat, Ispra, Regioni, Protezione civile, Ministeri, centri studi) o europee (Eurostat, Commissione europea, Corte di giustizia) e statunitensi (Federal election commission, Census bureau e altre). Molti i temi trattati, dalla pandemia al calcio, dai rifiuti al dissesto idrogeologico; e ancora mare, scuola, gioco, nomi, mobilità, salute, terremoti, caccia, incendi, criminalità, corruzione, procedure d’infrazione, economia, povertà, turismo.
Secondo l’autore, l’emergenza da Covid-19 è stata raccontata “Con una marea di numeri, prodotti da modelli matematici, a volte presentati e contestati dagli stessi addetti ai lavori. Per esempio, nella primavera 2020 i virologi e i politici hanno preso molte 'cantonate' perché hanno assorbito le stime dell’Imperial College, che prevedevano per l’Italia fino a 600.000 vittime, probabilmente lo scenario massimo di una serie che comprendeva ipotesi più contenute”.
Partendo da Socrate (come inventore della maieutica), l'autore conclude che: “Tanto più oggi, in tempi di infodemia e misurazione compulsiva, i numeri, spesso utilizzati per consolidare i pregiudizi, devono essere particolarmente decodificati e umanizzati, 'scavati', per recuperare aspetti inesplorati della realtà. I giornalisti che assecondano tante scorciatoie intuitive e sbrigative diventano secondo me ancora più prevedibili del solito, semplici riciclatori di stereotipi”.
Ma la colpa non è solo dei giornalisti. Schiavino osserva per esempio che le organizzazioni statistiche “arrotondano” i risultati e le valutazioni con “avverbi pregiudiziali” come verosimilmente, evidentemente, probabilmente. E come mai - si domanda - ancora oggi, in epoca di big data, la disoccupazione viene stimata con le interviste telefoniche?
titolo: I numeri e Socrate
categoria: Saggi
autore/i: Alfonso Schiavino
editore: Editrice Domenicana italiana
pagine: 320
prezzo: € 15,00