Il tema del benessere lavorativo all’interno di aziende e organizzazioni di lavoro si incrocia, inevitabilmente, con la definizione di processi di inserimento delle persone con diverse abilità: includere una persona con differenti caratteristiche cognitive, fisiche e sensoriali significa, infatti, saper accogliere un diverso modo di fare ed essere aperti a nuove procedure lavorative, nel perseguimento di un obiettivo comune. È questo uno dei focus del convegno “Accessibilità e mobilità: due parole chiave per l'inserimento lavorativo”, promosso dall’Unità prevenzione e protezione del Cnr presso la sede centrale di Roma: martedì 12 aprile 2022, un momento volto a stimolare il confronto tra amministrazioni, evidenziare esperienze e best practices, sensibilizzare a una maggiore collaborazione tra istituzioni e associazioni di settore.
La riflessione parte da una considerazione di fondo: a causare la disabilità non è la patologia in sé - non eliminabile e, in molti casi, non modificabile - bensì il contesto. Spesso, cioè, è un ambiente lavorativo progettato in maniera non ottimale a creare una situazione di malessere: promuovere l'inclusione significa, invece, mettere in atto strumenti e processi il cui punto di arrivo è un’organizzazione del lavoro a misura della persona.
“Quando parliamo di accessibilità degli ambienti lavorativi non dobbiamo limitarci a pensare unicamente alla messa in atto di misure - peraltro importantissime - previste dalle normative di riferimento quali l’abbattimento di barriere architettoniche, l’installazione di corrimano e locali adeguati, o la progettazione di percorsi orizzontali. Il concetto va inteso in maniera più ampia, secondo un approccio progettuale in grado di coniugare accessibilità architettonica, bellezza, utilità, efficienza. In questo modo, un luogo di lavoro può diventare bello e accessibile, a beneficio di tutti i lavoratori e le lavoratrici, non solo di coloro che sono portatori di disabilità”, spiega Gianluca Sotis, a capo dell’Unità prevenzione e protezione e nominato responsabile internamente all’Ente dei processi di inserimento delle persone con disabilità.
L’evento coinvolge organizzazioni che, nel panorama nazionale, hanno già attuato esperienze di successo, tra questi Banca d’Italia, che ha assunto la valorizzazione delle diversità come obiettivo strategico promuovendo, tra l’altro, un approccio partecipato ai programmi di miglioramento dell’accessibilità, e l’Istat, che ha realizzato importanti interventi formativi e stimolato la collaborazione tra enti pubblici. Vengono inoltre presentate esperienze significative in atto presso il Cnr e iniziative dell’Ente sull'"accessibilità digitale”. Sono poi approfonditi aspetti inerenti all’implementazione delle postazioni di lavoro e alla definizione di percorsi specifici per facilitare l’inserimento lavorativo di persone in condizioni di svantaggio, dai tirocini formativi ai concorsi per assunzioni.
“In una realtà complessa quale è il Cnr, il primo passo per raggiungere gli obiettivi di accessibilità è essere in grado di mettere a fattore comune bisogni e competenze e riunirli in una visione a lungo termine”, aggiunge Sotis. “L’adeguamento alle esigenze normative deve, cioè, andare di pari passo con una visione di pianificazione che tenga conto non solo delle esigenze attuali, ma anche di quelle che inevitabilmente potranno sorgere in futuro, compreso il fatto che un lavoratore oggi normodotato potrebbe, un domani, avere la necessità di particolari ausili. In una parola, dovremmo essere in grado di condividere un principio di accessibilità universale, seguendo una prospettiva culturale in grado di farci crescere come cittadini prima ancora che come lavoratori”.