Mobilità: verso una nuova visione
Inclusione e benessere lavorativo si raggiungono anche attraverso la messa a disposizione di soluzioni di spostamento e trasporto alternative, con benefici in termini di conciliazione casa-lavoro, riduzione del traffico e sostenibilità ambientale. Soluzioni che non devono dimenticare le esigenze dei diversamente abili, ricorda Riccardo Coratella, Mobility manager del Cnr
La mobilità urbana è uno dei principali temi di interesse di istituzioni e aziende. Una sua migliore organizzazione può contribuire a ridurre i livelli di congestione del traffico urbano e, contemporaneamente, l’inquinamento atmosferico, con conseguenti vantaggi a livello sociale ed economico.
Con particolare riferimento alle aziende, poi, il “decreto Rilancio” del luglio 2020 ha stabilito che le organizzazioni con più di 100 dipendenti che abbiano sede in città metropolitane, capoluoghi di regione, di provincia e Comuni con oltre 50.000 abitanti, debbano provvedere, attraverso la figura del Mobility Manager, alla stesura del Piano degli spostamenti casa-lavoro, uno strumento che individua soluzioni mirate per favorire gli spostamenti del personale tramite mezzi alternativi a quelli tradizionali: anche il Consiglio nazionale delle ricerche ha intrapreso questo percorso.
Ma come declinare i principi della mobilità sostenibile a favore dei diversamente abili? Quali soluzioni possono essere adottate per favorire l’inclusione di persone prive di autonomia o con bisogni speciali, tanto nel contesto professionale quanto in quello abitativo e urbano? “Spesso, quando si presentano nuove soluzioni di mobilità sostenibile si tendono a evidenziare i vantaggi in termini ambientali e di riduzione dell’inquinamento: pensiamo alle campagne a favore dell’uso della bicicletta al posto dell’auto. Ma c’è una domanda da porsi 'a monte': è una soluzione davvero alla portata di tutti?”, afferma il Mobility Manager del Consiglio nazionale delle ricerche Riccardo Coratella. “Tale considerazione riveste ancora maggiore importanza se declinata in ambito lavorativo: è qui, infatti, che occorre un salto culturale, un cambio di mentalità che porti a progettare soluzioni inclusive in tanti differenti aspetti del rapporto tra ente e dipendente, dagli spostamenti casa-ufficio all’accessibilità della postazione, dall’organizzazione del lavoro a casa o in spazi condivisi – la cosiddetta modalità agile - al superamento del digital divide, solo per fare alcuni esempi. La pandemia ha introdotto molti cambiamenti organizzativi, occorre capire cosa 'portarci dietro' e cosa no. In generale, si tratta di affrontare il tema della mobilità sostenibile secondo più punti di vista, compreso quello di chi è affetto da varie forme di disabilità o fragilità: è questo uno dei tanti obiettivi che l’Ente vorrebbe realizzare attraverso il Piano degli spostamenti casa-lavoro, in fase di redazione".
Lo stato di attuazione del Piano è stato presentato nell’ambito del convegno “Accessibilità e mobilità: due parole chiave per l’inserimento lavorativo”, presso la sede centrale del Cnr di Roma il 12 aprile 2022. “Il documento prevede una prima fase di raccolta di informazioni sulle attuali abitudini di mobilità del personale, effettuata attraverso la somministrazione di un questionario on line: a oggi, il sondaggio, grazie alla collaborazione con Movesion, ha coinvolto le aree di Roma, Milano e Pisa, ma è in fase di avvio la somministrazione al personale di Venezia e Firenze, e, successivamente, a tutte le sedi sparse sul territorio nazionale”, aggiunge Coratella. “La raccolta di questi dati è un passaggio fondamentale per acquisire una conoscenza delle varie abitudini e delle esigenze dei dipendenti del Cnr, e permetterà di progettare soluzioni mirate quali convenzioni, forme di scontistica e altri incentivi. In parallelo, l'Ente sta procedendo a un’analisi delle caratteristiche delle varie sedi: le condizioni strutturali, la presenza di barriere architettoniche, eventuali risorse a disposizione, oltre che il contesto in cui queste si trovano, valutando, ad esempio, quali siano le offerte di trasporto disponibili e quali possano essere implementate. Questo studio renderà una 'fotografia' che andrà costantemente monitorata e aggiornata nel tempo. In prospettiva, infatti, occorrerà considerare altri fattori, quali il trend di invecchiamento della popolazione nonché l’aumento su scala nazionale delle persone con forme di disabilità, come rilevano molti studi statistici. Occorrerà riflettere su come i mezzi di trasporto, pubblico e non, potranno rispondere alle esigenze che via via si manifesteranno. E, soprattutto, la parte progettuale dovrà essere affiancata da campagne informative e di sensibilizzazione ad ampio raggio: proprio in una maggiore consapevolezza, infatti, risiede uno dei primi fattori per il raggiungimento di una piena inclusione”.