Mentre il mondo delle radio e tv web ha festeggiato il centounesimo compleanno del Premio Nobel Rita Levi Montalcini, giovedì 22 aprile, con una singolare diretta a reti unificate, che ha visto alternarsi testimonianze di studiosi, ricercatori e personalità, scienziati di tutto il mondo si sono riuniti il giorno successivo al Tempio Adriano di Roma, per presentare al pubblico i risultati che lo studio delle neuroscienze è in grado di fornire nella comprensione del cervello umano.
'The brain revolution, le nuove frontiere di ricerca sul cervello' è stato il primo 'BrainForum' dedicato alla scienziata italiana che più di ogni altra incarna l'idea della sete di conoscenza e il campo di ricerca al quale ha dedicato la sua vita. Organizzato sotto l'alto patronato della Presidenza della Repubblica e con il patrocinio della Presidenza del consiglio e dei ministeri della Salute e degli Esteri, è stato messo a punto, per la parte scientifica, da Pietro Calissano dell'Istituto di neurobiologia e medicina molecolare (Inmm) del Cnr e da Idan Seveg dell'Università Ebraica di Gerusalemme.
Obiettivo del convegno, rendere nota al grande pubblico - anche grazie alla trasmissione interattiva su web in streaming - la straordinaria crescita di conoscenze delle neuroscienze negli ultimi dieci anni: una rivoluzione grazie alla quale oggi siamo in grado di capire con maggiore precisione il comportamento delle reti neuronali nel cervello umano, attraverso tecnologie di brain imaging, simulazioni al computer e nuove tecnologie molecolari applicate alle tecniche ottiche, aumentando le speranze di fare fronte a malattie finora incurabili quali sindromi neurodegenerative e disturbi mentali.
"Non è azzardato affermare che la scoperta del Nerve growth factor (Ngf) che è valso il Premio Nobel alla Montalcini ha rappresentato un avanzamento delle nostre conoscenze paragonabile all'identificazione del primo ormone o della prima vitamina", ha affermato Calissano. "Gli studi più recenti stanno mettendo in luce la possibilità di utilizzare Ngf e neurotrofine per la cura di patologie come il morbo di Alzheimer e per diverse malattie mentali".
Fonte: Pietro Calissano, Istituto di neurobiologia e medicina molecolare, Roma , email pietro.calissano@inmm.cnr.it