La geotermia, il calore della Terra, è una delle poche risorse di energia primaria di cui l'Italia è ricca: si tratta di una risorsa rinnovabile, pulita, diffusamente presente su tutto il territorio e disponibile sempre, che può quindi essere sfruttata efficacemente sia come uso diretto del calore, sia - in alcune zone - anche per produrre energia elettrica. Tuttavia oggi è utilizzata meno rispetto alle sue reali potenzialità.
Nasce da questa considerazione il 'Nuovo manifesto della geotermia per un accelerato sviluppo dell'uso del calore terrestre in Italia', documento scaturito dal convegno nazionale dell'Ugi (Unione geotermica italiana) svoltosi nella sede centrale del Cnr di Roma. Hanno partecipato all'evento il direttore dell'Ufficio per la geotermia del ministero dello Sviluppo economico Antonio Martini, il presidente del Consiglio nazionale dei geologi Gian Vito Graziano tra cui cento studiosi tra esperti di geotermia e di altri settori energetici.
Le relazioni presentate hanno evidenziato lo sviluppo che questa fonte può avere nei prossimi decenni e il suo potenziale contributo alla copertura della domanda di energia del nostro Paese. Prevedendo una forte politica di sostegno da parte di governo, partiti e istituzioni, gli obiettivi di sviluppo indicati per il 2030 stimano, sul fronte energia elettrica, 2.000 megawatt elettrici di potenza installata, con la possibilità di produrre fino a 12 miliardi di kWh/anno (corrispondenti al fabbisogno di circa 5 milioni di persone). Le stime di uso diretto del calore indicano 8.800 megawatt termici di potenza installata e 90.000 tera-joule/anno prodotti, corrispondenti al fabbisogno di calore per riscaldamento di 500.000 appartamenti.
La geotermia potrebbe - secondo tali valutazioni - contribuire a risparmiare ogni anno circa 4 milioni di tonnellate di petrolio e quasi 13 milioni di tonnellate di anidride carbonica emessa, favorendo la creazione di nuovi posti di lavoro computati dall'Ugi in circa 200.000 addetti. "Gli obiettivi che ci siamo dati - affermano dall'Ugi - puntano a consolidare il primato italiano in Europa nella produzione di energia geotermoelettrica, recuperando il forte ritardo accumulato nello sviluppo di usi diretti del calore terrestre rispetto a molti altri Paesi che hanno un potenziale anche molto inferiore al nostro".