Vita Cnr

La quercetina da antiossidante ad antitumorale

Struttura chimica quercetina
di Francesca Gorini

Un nuovo studio dell'Isa-Cnr di Avellino indica che questa sostanza naturale è in grado di potenziare l'efficacia delle terapie farmacologiche contro la leucemia linfocitica cronica, la più frequente forma di tale patologia in soggetti adulti, spesso resistente ai chemioterapici

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La quercetina, un antiossidante naturale - abbondante in alimenti quali cipolle, mele, capperi, lamponi, tè verde - potrebbe essere di supporto alla terapia farmacologica contro la leucemia dell'anziano o leucemia linfocitica cronica, la forma leucemica più frequente in soggetti adulti. Lo attesta una ricerca dell'Istituto Cnr di scienze dell'alimentazione di Avellino svolta in collaborazione con il Laboratoire de biologie moleculaire et cellulaire du cancer di Lussemburgo, pubblicata dal 'British Journal of Cancer', in cui viene svelato il meccanismo molecolare attraverso il quale l'antiossidante è in grado di migliorare l'efficacia dei farmaci antitumorali.

"Sinora avevamo dimostrato che la quercetina è in grado di 'sensibilizzare' sia linee cellulari che cellule isolate direttamente da pazienti affetti da leucemia linfocitica cronica trattati con farmaci chemioterapici", spiega Gian Luigi Russo, ricercatore presso l'Isa-Cnr e responsabile della ricerca. "In questo lavoro, insieme ai colleghi lussemburghesi, dimostriamo il meccanismo d'azione della quercetina a livello molecolare: un passo importante verso la definizione di un possibile utilizzo clinico della molecola".

La chiave di volta dello studio sta nelle interazioni tra la quercetina e la proteina nota come Mcl-1, un agente che blocca l'apoptosi, ovvero il 'suicidio' della cellula leucemica, che in una percentuale significativa di pazienti affetti da tale patologia genera resistenza ai protocolli standard di chemioterapia: "La quercetina agisce su Mcl-1 diminuendone i livelli sia in linee cellulari sia in cellule derivate da pazienti leucemici, rendendole così vulnerabili al trattamento farmacologico", chiarisce Carmela Spagnuolo, primo autore della pubblicazione. "In altre parole è come se in alcune cellule leucemiche la proteina Mcl-1 si comportasse come una 'corazza' contro i farmaci antitumorali. Nel nostro modello sperimentale invece la quercetina, somministrata a dosi relativamente basse, ancorché non uccida direttamente le cellule leucemicheè sufficiente a 'rimuovere' questa corazza, rendendole di nuovo vulnerabili agli antitumorali".

La leucemia linfocitica cronica colpisce circa 1-6 persone su 100.000 e rappresenta nell'adulto il 22-30% dei casi. "Attenzione", conclude Russo, "stiamo comunque parlando di dosi di quercetina basse ma farmacologiche, lontane dai 25-50 milligrammi assunti quotidianamente con la dieta: non esiste alcuna possibile terapia 'fai-da-te', pertanto. Elevate dosi di antiossidanti, quercetina inclusa, vanno eventualmente assunte sotto il diretto controllo del medico, sia in soggetti affetti da leucemia cronica sia in persone sane".

Fonte: Gian Luigi Russo, Istituto di scienza dell'alimentazione, Avellino , email glrusso@isa.cnr.it