Narrativa

La “Storia naturale” vista da Leopardi

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di Marco Ferrazzoli

Giacomo, sin da ragazzo, poteva disporre delle opere di Noel-Antoine Pluche, di Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, della “Historiae naturalis” di Plinio il vecchio, dei “Fondamenti della scienza chimico-fisica” di Vincenzo Dandolo. Tali concetti resteranno ben presenti nella produzione leopardiana, e non soltanto negli scritti giovanili. Un saggio analizza in particolare il “Compendio” composto di dodici trattati

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Giacomo Leopardi, nella biblioteca paterna, poteva disporre di opere come “Le spectacle de la nature” di Noel-Antoine Pluche, dell'edizione italiana in 39 tomi dell'“Histoire naturelle” di Georges-Louis Leclerc, conte di Buffon, delle edizioni latine e delle traduzioni italiane della “Historiae naturalis” di Plinio il vecchio, ma è ipotizzabile anche la lettura della “Storia naturale e medica dell'isola di Corfù” di Carlo Botta. Mentre è ben evidente l'uso ampio che Giacomo fece dell'opera di Pluche e l'uso tra le fonti principali o “libri-modello”, per la chimica, dei “Fondamenti della scienza chimico-fisica applicata allo studio dei corpi e alle forze della natura” di Vincendo Dandolo.

Il concetto di “storia naturale” sarà ben presente nell'opera leopardiana e non soltanto negli scritti giovanili. Lo ritroviamo complessivamente otto volte nel “Saggio sopra gli errori popolari degli antichi” e non si può trascurare il rilievo teoretico che la riflessione sulla storia naturale assume nello “Zibaldone”, dove l'espressione compare undici volte. Non si tratta sempre di citazioni benevole, per esempio viene deprecato l'uso dei poeti moderni, “stranieri massimamente”, che inzeppano le loro poesie di “storia naturale”, come anche di “tecnicismi” e di “formole”. Ma nella cerchia fiorentina di Giovan Pietro Vieusseux, Leopardi aveva avuto notizia dei dibattiti di anatomia comparata, anche in rapporto alle diversità tra le specie viventi e quelle estinte, così come a Pisa aveva avuto contatti con vari studiosi di storia naturale.

L'evoluzione del Leopardi naturalista è oggetto del volume di Gaspare Polizzi e Valentina Sordoni “Giacomo Leopardi. Compendio di storia naturale”, edito da Mimesis in cui, per rendere conto del peso che le conoscenze acquisite tramite la stesura del Compendio assumono nell'opera leopardiana, è stata trascelta una lista di 224 lemmi con indicazione della relativa frequenza. Per esempio, è molto presente il termine “api/e” con 54 occorrenze in gran parte legate a echi letterari. Molto ampia anche la presenza di “atmosfera/e”, con 47 occorrenze, la maggior parte delle quali è rilevata nella “Storia della astronomia”.

Il “Compendio di atoria naturale” è composto di dodici trattati: al regno animale è riservata la parte più sostanziosa e all'entomologia è riservata la prima sezione, mentre chiude il manoscritto il “Trattato XII delle miniere ossia de' metalli”. La storiografia di fine Ottocento trascurò la presenza del manoscritto giovanile, che rimase dimenticato nel fondo recanatese della famiglia: quest'opera, dotta è rivolta a un pubblico di studiosi, ma ricca di dati curiosi anche per un pubblico generico, attratto dalla versatilità leopardiana.

 

titolo: Giacomo Leopardi. Compendio di storia naturale
categoria: Narrativa
autore/i: Polizzi Gaspare, Sordoni Valentina
editore: Mimesis
pagine: 260
prezzo: € 20.00

  

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