Il volume "Gli occhi addosso" (Europa edizioni) narra la storia autobiografica di Carla, una donna che, in seguito a un incidente, cade in coma. La narrazione esplora il suo vissuto in uno stato di coscienza alterato, che le fa vivere un'esperienza che è allo stesso tempo fisica e mentale. Sebbene la donna sia in coma, ci permette di entrare nella sua mente, dove si intrecciano pensieri, emozioni e ricordi. La sua condizione è una sorta di "limbo", in cui non è completamente consapevole di ciò che accade intorno a lei, ma è comunque in grado di percepire e riflettere sulla sua situazione.
Il titolo stesso del libro, "Gli occhi addosso", evoca l'idea di uno sguardo che osserva in modo penetrante, ma che non è in grado di interagire con l'ambiente: Carla è osservata dagli altri, ma non può rispondere né comunicare. Il tema di una presenza che è al contempo distante e vicina è il centro del libro. Da frammenti di vita dispersi in un oceano di dolore e mortalità siamo portati a osservare l’esistenza. Da un terribile incidente che distrugge la vita serena di una giovane donna il lettore viene condotto attraverso il suo personale percorso di ricerca, consapevolezza e rivalutazione di frammenti della vita che fu, forse, non totalmente considerata e che ritrovano nel volume una nascita nuova.
Il romanzo si distingue per un tono intimo e riflessivo, con un forte accento sull'emotività e sulle percezioni sensoriali, uno stile che alterna il flusso di coscienza della protagonista alle descrizioni delle vicende esterne e dei dialoghi di chi la circonda. Un’opera caratterizzata da un intreccio di piani temporali e narrativi che permettono al lettore di vedere gli eventi sia dal punto di vista esterno (delle persone che si occupano di Carla), sia da quello interiore della protagonista. Nel terzo capitolo - "Mi sveglio"- si legge: “Mi sveglio. Mi sveglio dal coma. Finalmente il loro sogno si avvera, ma io... io non so dove sono, non so cosa è successo. Mi guardo intorno e non capisco. Credo di essere sdraiata su un letto, un letto con le sbarre intorno. Sono in una stanza con poca luce. Ho freddo. Ci sono tanti rumori di macchine, gorgoglii di flebo, di altra roba che non so nemmeno cosa sia e a cosa serva. Ho tanto dolore. I miei occhi vagano in questo ambiente così anonimo, così estraneo, così lontano dalla vita vera. Cerco di capire, ma le ore distesa su questo letto d’ospedale, lontana da tutti e soprattutto lontanissima dalla Laura che ero, fanno tanto male. Dormo spesso, spessissimo; non riesco a stare sveglia: gli occhi si chiudono non so per quanto tempo; credo di dormire, poi mi sveglio, ma poi mi riaddormento”.
La scrittura è a tratti evocativa, a tratti dolorosa, esplora la condizione di immobilità e la solitudine che la protagonista vive, pur essendo fisicamente circondata da medici, infermieri e familiari. La Capaccioli affronta un tema potente e delicato con una scrittura che mescola l’introspezione psicologica con una riflessione più ampia sulla condizione umana. Il libro, inoltre, esplora le dinamiche del coma, della sofferenza silenziosa e della lotta per la consapevolezza, trattando temi esistenziali con delicatezza e profondità. L’autrice racconta la sua vita “in base ai ricordi degli altri” trasmettendo al lettore un senso di appartenenza alle vicende narrate e nuove prospettive dalle quali osservare il proprio quotidiano.
Titolo: Gli occhi addosso
Categoria: Narrativa
Autore: Laura Capaccioli
Editore: Europa Edizioni
Pagine: 534
Prezzo: 13,17