Un fascio laser per la diagnosi precoce del tumore
La ricercatrice dell’Istituto di biochimica delle proteine del Cnr di Napoli Anna Chiara De Luca ha messo a punto una tecnica non invasiva per la diagnosi del tumore alla prostata. Ne ha parlato al Quirinale in occasione della 'Giornata nazionale per la ricerca sul cancro’
“Mi ritengo fortunata perché la scelta coraggiosa di tornare a casa è risultata quella giusta, ed è stata ricompensata”: così Anna Chiara De Luca, ricercatrice presso l’Istituto di biochimica delle proteine del Cnr di Napoli rientrata in Italia dopo un’esperienza all’Università di St. Andrews in Scozia, sintetizza la sua storia.
La studiosa è stata invitata quale rappresentante della comunità dei giovani ricercatori all’edizione 2013 della Giornata nazionale per la ricerca sul cancro svolta lo scorso 11 novembre al Quirinale alla presenza tra gli altri del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e del ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Alcuni momenti dell'evento sono disponibili sul sito della webtv del Cnr, con il video 'Cnr e Airc al Quirinale'.
La giovane conduce un innovativo progetto scientifico per la diagnosi precoce e non invasiva del tumore alla prostata. “L’attività di ricerca del mio gruppo si basa sulla spettroscopia 'Raman', un effetto scoperto nel 1930 che sfrutta le modificazioni che la luce laser subisce quando entra in contatto con il campione studiato. Finora questo metodo è stato utilizzato per verificare il grado di purezza di un materiale, ma poco per studiare campioni biologici", spiega la De Luca, "L’auto-fluorescenza provocata dalla stessa luce laser, infatti, in un certo senso 'abbagliava' la scena, coprendo qualsiasi tipo di 'sfumatura' delicata. In questo caso, invece, utilizzando un sistema innovativo per filtrare la fluorescenza è possibile ottenere una visione nitida di ciò che succede all’interno della cellula”.
Si ottiene così una sorta di 'fotografia’ della composizione chimica della cellula: la proporzione delle sue varie componenti - lipidi, proteine, Dna e altro - permette di classificare, con elevata accuratezza e grazie a modelli statistici avanzati, se questa sia sana o malata. Studi svolti in collaborazione con l’Università di St. Andrews dimostrano che è possibile prelevare poche cellule naturalmente presenti nell’urina di pazienti affetti da cancro della vescica o alla prostata e 'investirle’ con un fascio laser: la luce riemessa dal campione, analizzata con un opportuno spettrometro, fornisce informazioni sullo stato vibrazionale delle molecole presenti, che sono caratteristiche solo di quelle specie chimiche, e quindi sullo stato di salute delle cellule.
“La lotta contro il cancro passa anche e soprattutto da una diagnosi tempestiva della malattia: oggi il grado di interdisciplinarietà a cui è giunta la ricerca unisce medicina, fisica, nano e biotecnologie in uno sforzo sinergico verso questo importante obiettivo”, conclude la ricercatrice. Il progetto di ricerca ha ottenuto dall’Associazione italiana per la ricerca sul cancro (Airc), di un finanziamento 'Start up’.
Fonte: Daniela Corda, Istituto di biochimica delle proteine, Napoli, tel. 081/6132273 , email daniela.corda@cnr.it