Focus: Salute hi tech

Per il cuore, solo eco-eco-eco

cuore
di S.M.

Valutare lo stato del muscolo cardiaco, delle coronarie, delle valvole o controllare l'efficacia di una terapia oggi è possibile grazie all'ecocardiografia da stress. Una nuova metodica non invasiva che ha il vantaggio di essere anche economica ed ecologica

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Valutare lo stato del muscolo cardiaco, delle coronarie, delle valvole o controllare l'efficacia di una terapia oggi è possibile grazie all'ecocardiografia da stress. Una nuova metodica non invasiva che, attraverso la combinazione degli ultrasuoni con lo stress fisico, farmacologico o elettrico, è in grado di riconoscere l'ischemia miocardica dalla comparsa di alterazioni transitorie della funzione regionale del cuore. Questa tecnica, sviluppata dall'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr di Pisa, consente di diagnosticare e di identificare i pazienti a maggior rischio di infarto, come riconosciuto dalle linee guida internazionali in cardiologia.

"Rispetto alle precedenti tecniche di immagine", spiega Rosa Sicari dell'Ifc-Cnr, "l'ecocardiografia da stress ha il vantaggio di essere 'eco-eco-eco': economica (costa 20 volte meno dell'angiografia coronarica); ecologica (non usa radiazioni ionizzanti); ecografica (sfrutta metodiche a ultrasuoni oggi disponibili in ogni ambulatorio)".

Al riguardo, l'Associazione europea di ecocardiografia ha fissato una serie di raccomandazioni sull'uso dell'ecocardiografia da stress, pubblicate sull''European journal of echocardiography' e, in sintesi, sull''European heart journal'.

"Il  documento", prosegue Sicari, "riassume i risultati raggiunti dalla comunità scientifica europea, tracciando un percorso  per le condizioni cliniche non ancora sufficientemente esplorate, come l'uso dell'eco stress nelle valvulopatie o, più in generale, nelle cardiopatie di natura non-ischemica. Oltre a ciò, raccomanda anche l'uso dell'imaging di funzione e perfusione con gli stress di vasodilatazione, arricchendo l'esame di un parametro capace di individuare il rischio di malattia per quei pazienti con test negativo per ischemia miocardica". Infatti, l'ultima generazione dei test di vasodilatazione associa l'informazione di cinetica a quella di flusso, arricchendo il test di un ulteriore parametro di stratificazione.

"Si infonde, sotto controllo ecocardiografico continuo, il dipiridamolo, un farmaco vasodilatatore già in uso anche per le tecniche nucleari per la diagnosi non invasiva di malattia coronarica", precisa la ricercatrice dell'Ifc-Cnr. "Il cuore è infatti un organo erettile, la cui funzione aumenta con l'aumentare del flusso, ma questo è possibile solo se le coronarie sono sane e il miocardio è normale. Se invece la funzione del cuore peggiora, allora la coronaria è malata e ristretta dall'arteriosclerosi. Inoltre, con l'avvento del doppler a colori ad alta risoluzione è possibile anche misurare il flusso coronarico: se la stenosi (restringimento) è lieve, la funzione del cuore rimane normale ma la capacità di aumento del flusso risulta ridotta", In questo modo il test è in grado di evidenziare anche forme meno gravi ma potenzialmente pericolose della malattia coronarica, che prima sfuggivano alla diagnosi.

"Uno studio recente, pubblicato sull''European heart journal' e che  ha visto il coinvolgimento di quasi 12.000 pazienti, ha messo a confronto il potere prognostico nei soggetti ipertesi con quello dei normotesi. E, a parità di condizioni cliniche e di ischemia, è emerso che il sottogruppo degli ipertesi presentava una prognosi significativamente peggiore", continua Sicari.

Un'applicazione più recente dell'ecocardiografia da stress è l'impiego nella selezione di potenziali donatori di cuore che abbiano superato i limiti di età (over 50), secondo i protocolli standard. "Questa strategia", conclude la ricercatrice del Cnr, "prevede l'uso dell'ecostress farmacologico nei pazienti con condizioni emodinamiche stabili e che soddisfano i convenzionali criteri della donazione, a parte l'età. L'ecocardiografia da stress farmacologico con dipiridamolo (vasodilatatore coronarico) viene eseguita con la valutazione della cinetica regionale per escludere coronaropatie significative e con la valutazione della contrattilità miocardica del muscolo cardiaco, identificando i soggetti a rischio elevato di forme occulte di coronaropatia e di disfunzione miocardica prima della donazione di cuore".

Partito come uno studio pilota della Regione Emilia-Romagna e Toscana, il progetto Adonhers (Aged DONor HEart Rescue by Stress Echo) è stato finanziato dal ministero della Salute e ha ricevuto l'endorsement del Centro Nazionale Trapianti.

 

S.M.

Fonte: Rosa Sicari, Istituto di fisiologia clinica, Pisa, tel. 050/3152397 , email rosas@ifc.cnr.it -

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