Focus: Città

La città a prova di bambino

libro
di Paola Colapinto

Francesco Tonucci dell'Istc-Cnr avverte: la possibilità di uscire da soli insegna ai più piccoli a crescere e a vivere. Il progetto 'A scuola ci andiamo da soli' avviato a Buenos Aires si basa su percorsi sicuri, affidati all'attenzione e solidarietà della gente. Il risultato? La diminuzione degli atti di criminalità urbana

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Esiste un rischio di 'iperprotezione' dei bambini, specialmente in ambiente urbano. La questione è tornata recentemente d'attualità dopo la decisione del Tribunale di Trieste di rigettare il ricorso di una coppia di genitori, che riteneva che il figlio di nove anni potesse percorrere il tragitto scuola-casa da solo.

"Le città italiane, e specialmente le buone città, fanno molto per i bambini", afferma Francesco Tonucci dell'Istituto di scienze e tecnologie della cognizione (Istc) del Cnr di Roma, "dedicano all'infanzia notevoli risorse economiche e umane, ma non rispondono alle esigenze di sviluppo cognitivo e sociale dei più piccoli. Preparano per i bambini spazi separati e specializzati come giardinetti, ludoteche e parchi tematici, ma si tratta pur sempre di zone protette e vigilate da adulti. La scuola a sua volta occupa buona parte del tempo con le ore di classe e i compiti a casa. La famiglia impegna il tempo rimanente offrendo ai figli corsi pomeridiani di sport, di lingua o di attività creative. Il tempo che rimane viene infine  trascorso davanti allo schermo del computer o della televisione".

"Credo si possa dire che la differenza più importante fra l'essere bambino ieri ed esserlo oggi", prosegue Tonucci, "sia la scomparsa della possibilità di uscire di casa da soli per incontrarsi con gli amici, scegliere con loro un gioco e un luogo adeguato dove praticarlo. Vivere con gli altri coetanei, all'interno di un giusto confine di regole dettate dalla famiglia, le esperienze dell'avventura, della scoperta e del rischio, insegna ai bambini a crescere e a vivere".

Per restituire autonomia ai propri figli molto si può fare studiando interventi adeguati a tutela dei pedoni  e tanto  può fare anche la scuola. "I bambini, non potendo uscire liberamente di casa, non possono vivere adeguatamente e compiutamente l'esperienza del gioco che, come ormai sappiamo, è certamente più importante ", sottolinea il ricercatore. "Occorre restituire ai bambini l'uso della città come spazio pubblico e quindi di tutti".

Il progetto 'La città dei bambini' promosso dall'Istic-Cnr propone l'esperienza 'A scuola ci andiamo da soli' che suggerisce ai bambini dai sei anni in su di andare a scuola e di tornare a casa con gli amici, senza gli adulti. L'iniziativa richiede naturalmente un'adeguata preparazione e un'accoglienza ambientale che  coinvolga commercianti, anziani, vigili urbani e necessita di un notevole impegno da parte della scuola.

"L'esperienza di Buenos Aires, in questo senso, è tra le più significative", conclude Tonucci. "Si tratta di una scelta nata in alcuni municipi dopo alcune violenze subite dai bambini. Invece di chiedere la presenza di più polizia, gli abitanti hanno adottato il nostro progetto creando percorsi sicuri per andare e tornare da scuola, sicuri perché affidati all'attenzione e solidarietà della gente, degli anziani, dei commercianti. Dopo alcuni anni il responsabile della sicurezza del Comune ha dichiarato che nei quartieri dove si realizzava questo esperimento gli atti di criminalità urbana erano diminuiti di almeno il 50%".

Paola Colapinto

Fonte: Francesco Tonucci, Istituto di scienze e tecnologie della cognizione, Roma, tel. 06/44595286 , email francesco.tonucci@istc.cnr.it -

Per saperne di più: - www.lacittadeibambini.org

 

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