Focus: Ricominciare

Tanti auguri Presidente!

altare della patria
di Emanuele Guerrini

Recentemente confermato alla Presidenza della Repubblica, Sergio Mattarella comincia un nuovo settennato da Capo dello stato. L’Italia è una Repubblica parlamentare la cui Costituzione prevede specifici poteri per il Capo dello stato, ma quali sono? E quali le differenze con i regimi presidenziali e semi-presidenziali? Lo abbiamo chiesto a Giulio Salerno, direttore dell’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie "Massimo Severo Giannini" del Consiglio nazionale delle ricerche

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Secondo la Costituzione il mandato presidenziale dura sette anni e non è previsto il divieto di rielezione, anche se nella prassi si è in genere preferito evitarla, considerata soprattutto la lunghezza dell’incarico. Tuttavia, in riferimento alla recentissima rielezione del Presidente Mattarella, va tenuto conto che già nel 2013 si è proceduto, in un quadro politico-istituzionale parimenti instabile, alla rielezione di Napolitano. Insomma, si disponeva già di un “precedente” e anche stavolta, viste le difficoltà nell’individuazione di una figura condivisa e alla luce delle tante emergenze contingenti, i “grandi elettori” hanno preferito questa soluzione nel segno della continuità. Il ruolo del nostro Capo dello Stato dipende da molti fattori che consentono una flessibilità di interpretazione e di applicazione delle disposizioni costituzionali. “Il Presidente della Repubblica esercita un consistente complesso di poteri indicati nella Costituzione e tra i presidenti comparabili è quello che ne dispone probabilmente in maggior misura, avendo compiti assai rilevanti, ad esempio, nella formazione dell'esecutivo e nello scioglimento anticipato delle Camere”, afferma Giulio Salerno, direttore dell’Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie "Massimo Severo Giannini" (Issirfa) del Consiglio nazionale delle ricerche. “Al Presidente spettano inoltre due funzioni - quella di Capo dello stato e quella di Rappresentante dell'unità nazionale - che consentono di interpretare in senso ulteriormente espansivo i singoli poteri attribuiti dalla Costituzione. Inoltre, esercita i suoi poteri in relazione con gli altri organi pubblici in un sistema di pesi e contrappesi: è dunque il 'garante dell’equilibrio costituzionale', come ha detto la Corte costituzionale nella sentenza n. 1/2013”.

La prassi dimostra inoltre che all’esercizio dei poteri formali si sono aggiunti i cosiddetti atti non formali. “Gli atti non formali sono adottati tramite comunicazioni - pubbliche o riservate - che consentono al Presidente di intervenire in molteplici aspetti dei processi decisionali, dal procedimento legislativo alla politica estera”, aggiunge Salerno. “A questo proposito, l'incidenza degli interventi presidenziali dipende dalle condizioni di stabilità del sistema politico-istituzionale, dal contesto nazionale e internazionale, che è particolarmente rilevante per l’Italia, considerata la peculiare condizione geo-politica”. Non va trascurata poi la personalità di chi riveste il ruolo. “Trattandosi di un organo monocratico, contano molto anche la storia politica e il carattere della persona stessa. Infine, nella costruzione del ruolo presidenziale è divenuto sempre più rilevante il fattore della diretta interlocuzione con l'opinione pubblica, anche attraverso l'impiego di internet e dei social-media”.

Italia tricolore

Il nostro è un regime parlamentare. “Nell’assetto istituzionale italiano l'indirizzo politico è determinato dal Governo e dal Parlamento sulla base del rapporto di fiducia che deve collegare l'esecutivo alla maggioranza parlamentare”, spiega il direttore Cnr-Issirfa. “Il Governo, quindi, non è legato da alcun rapporto di fiducia con il Presidente - che è eletto dal Parlamento, nel nostro caso integrato dai delegati delle Regioni - e non può più esercitare le sue funzioni se viene meno la fiducia delle Camere. In via di principio, dunque, il Capo dello Stato non partecipa alla determinazione dell'indirizzo politico. Inoltre, tutti i suoi atti sono soggetti alla controfirma ministeriale e, dunque, egli è irresponsabile, fatte salve alcune situazioni eccezionali. Nella storia repubblicana, tuttavia, questo ruolo si è assai rafforzato, giungendo ad assumere decisioni particolarmente incisive sull'indirizzo politico della collettività”.

Ma quali sono le differenze rispetto a un regime presidenziale in senso stretto, come quello degli Usa? “Nei regimi presidenziali il Capo dello stato, eletto sostanzialmente in via diretta dal popolo, nomina e guida il Governo, che risponde direttamente al Presidente del suo operato”, spiega ancora il direttore del Cnr-Issirfa. “Non sussiste, invece, nessun rapporto di fiducia tra il Governo e le Assemblee parlamentari, che perciò non possono sfiduciare l'esecutivo. Proprio per questo motivo, però, esistono forti poteri di 'controllo' delle Assemblee sul Governo. Inoltre, può accadere, ed è successo, che il Capo dello stato e il 'suo' Governo non dispongano della maggioranza in Parlamento, dovendo quindi negoziare con il partito opposto le decisioni politiche, anche quelle importanti come il bilancio”.

Quali invece le diversità rispetto a regimi semi-presidenzialismi come ad esempio la Francia? “In Francia il Capo dello stato è eletto direttamente dai cittadini e dispone anche di alcuni poteri incisivi sull'indirizzo politico, come ad esempio in politica estera o militare, oppure in tema di referendum o di poteri di emergenza”, conclude Salerno. “Ma, come nei regimi parlamentari, il Governo, che è sempre nominato dal Presidente, deve disporre del rapporto di fiducia con l'Assemblea nazionale, che dunque lo può sfiduciare. Questo significa che se Capo dello stato ed esecutivo sono espressione della stessa maggioranza politica ne consegue un rafforzamento del ruolo presidenziale che, nei fatti, dirige la politica governativa. Se ciò non accade - come è avvenuto talora in passato - il Capo dello stato deve 'coabitare' con un governo di diverso colore politico, provocando problemi di non poco conto”.

Fonte: Giulio Salerno, Istituto di studi sui sistemi regionali federali e sulle autonomie "Massimo Severo Giannini", e-mail: giulio.salerno@cnr.it