È stata prodotta e resa pubblica la prima versione della sequenza genomica del pesco, una specie vegetale (Prunus persica L. Batsch) di cui l'Italia è il principale produttore europeo e il secondo nel mondo. Quest'importante traguardo scientifico è stato raggiunto dall''International Peach Genome Initiative', che include l'Italia attraverso il progetto di ricerca 'Sequenziamento del genoma del pesco e utilizzo della sequenza in programmi di miglioramento della qualità del frutto del pesco e della resistenza alle malattie' (Drupomics), coordinato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura (Cra) e finanziato dal ministero per le Politiche agricole alimentari e forestali. La collaborazione fra l'Istituto di genomica applicata di Udine e del Joint genome Institute di Walnut Creek (California) ha prodotto circa tre milioni di sequenze, depositate al National center for biotechnology information (Ncbi). Due istituti del Cnr, l'Istituto di tecnologie biomediche (Itb) di Milano e l'Istituto di biologia e biotecnologie agraria (Ibba) di Roma, hanno contribuito rispettivamente alla gestione bioinformatica dei dati genomici e allo studio di genomica funzionale, in armonia con altre undici istituzioni di ricerca afferenti a Drupomics. "La scoperta apre una nuova era nel miglioramento genetico delle pesche: presto sarà possibile ottenere varietà migliorate, maggiormente rispondenti alle esigenze dei consumatori e dei produttori, in tempi più brevi e a costi ridotti" afferma Ignazio Verde, coordinatore di Drupomics del Centro di ricerca per la frutticoltura di Roma del Cra. "La sequenza delle basi del Dna del pesco è un passo necessario per procedere dalla genomica strutturale agli studi di genomica funzionale, cioè assegnare la funzione dei geni, sia singolarmente sia insieme agli altri, per i tratti di interesse agrario", aggiunge Donato Giannino dell'Ibba-Cnr. "Drupomics ci aiuterà a chiarire il ruolo dei fattori di trascrizione nel determinare la forma e la dimensione della pesca, allo scopo di ottenere varietà superiori, in sinergia con altri enti che studiano le basi genetiche delle caratteristiche organolettiche ". La decodificazione del genoma apre la strada alla valutazione della biodiversità, indispensabile per la caratterizzazione e l'uso delle varietà presente nel ricco patrimonio peschicolo italiano. Inoltre, si potranno ricostruire i genomi di altre drupe (i fruttiferi geneticamente 'imparentati' al pesco: ciliegio, susino, albicocco, mandorlo) e approfondire studi evoluzionistici.
Fonte: Donato Giannino, Istituto di biologia e biotecnologia agraria, Monterotondo Scalo, tel. 06/90672529 , email donato.giannino@ibba.cnr.it -
Per saperne di più: - http://www.peachgenome.org