“Abbiamo ipotizzato che la loro capacità di navigare su grandi distanze possa essere attribuita a una 'mappa olfattiva’ basata su odori presenti nell’ambiente marino, probabilmente dimetilsulfuro, un composto naturale molto comune negli oceani e nei mari”, spiega Stefano Focardi dell’Isc-Cnr. “Tale ipotesi è stata confermata dalla messa a punto di un modello matematico di orientamento olfattivo in presenza di turbolenze atmosferiche. I volatili, cioè, associano determinati odori alle correnti di vento che arrivano da diverse direzioni rispetto alla colonia: è proprio la percezione o meno di questi odori, a seconda della soglia di concentrazione nell’aria, a guidare il loro volo, che passa così da momenti di navigazione 'casuale’ a spostamenti direzionali verso l’obbiettivo, basati sulle tracce olfattive”. L’analisi delle escursioni, in particolare, ha evidenziato che la maggior parte del campione attua un nuovo tipo di 'volo di Lévy’: un moto solo apparentemente casuale, caratterizzato da spostamenti molto brevi e ravvicinati alternati a lunghe tratte praticamente rettilinee.
“Mentre in passato sono stati effettuati studi sulle 'mappe olfattive’ che guidano l’orientamento dei piccioni viaggiatori, è la prima volta che questa capacità viene dimostrata in specie selvatiche”, conclude Focardi. “Nello specifico, questo meccanismo di navigazione, oltre a svelarci ulteriori aspetti della vita della Berta maggiore, potrebbe anche spiegare il movimento di altre specie di uccelli, ad esempio durante le migrazioni o l’'homing’, cioè il ritorno a casa”.
Fonte: Stefano Focardi , Istituto dei Sistemi Complessi, tel. 055/5226693, email stefano.focardi@fi.isc.cnr.it