In Italia, test standardizzati hanno evidenziato che circa il 20% degli studenti hanno gravi difficoltà nel processamento numerico e nel calcolo; di questi solo una percentuale minima (0,5-1%) è affetta dal disturbo di apprendimento noto come discalculia. Oggi 'Gimme Five’, applicazione per tablet e smartphone sviluppata dai ricercatori dell’Istituto per le tecnologie didattiche (Itd) del Cnr di Genova, potrebbe contribuire a superare molte di queste difficoltà.
Spiega Giampaolo Chiappini dell’Itd-Cnr: “Nell’approccio al calcolo di addizioni e sottrazioni i bambini utilizzano fin da piccolissimi la strategia della conta. All’inizio implementano il processo attraverso l’uso delle dita, poi via via lo automatizzano sviluppando particolari strategie di calcolo mentale, come ad esempio quelle basate su decomposizione o compensazione dei numeri. Purtroppo una percentuale molto alta di loro non sviluppa affatto queste competenze: sono i cosiddetti studenti a basso rendimento in ambito aritmetico, cioè bambini che pur avendo un quoziente intellettivo nella norma mostrano resistenza verso i tradizionali metodi didattici”.
È innanzitutto con questi studenti che 'Gimme Five’ mostra la sua efficacia: sfruttando la tecnologia dei tablet rende infatti concrete, attraverso gesti intuitivi come toccare lo schermo, trascinare o strisciare un oggetto, le strategie che le persone esperte usano nel calcolo mentale a più cifre. In questo modo, le strategie di calcolo mentale cessano di essere entità astratte e diventano accessibili”.
Il metodo didattico è stato oggetto di due successive sperimentazioni, che hanno coinvolto ogni due gruppi di studenti di età compresa tra gli 8 e i 12 anni, rispettivamente con difficoltà di apprendimento e con discalculia. In entrambi sono stati evidenziati sensibili miglioramenti che hanno consentito, al termine del training, di rientrare nei valori di norma nei test standardizzati. “I risultati della prima sperimentazione sono stati pubblicati sull’'Italian Journal of Special Education’, quelli della seconda sono in via di pubblicazione”, aggiunge il ricercatore. “Entrambi gli studi hanno evidenziato l’efficacia del metodo didattico nella diagnosi della discalculia, e più in particolare nella valutazione della resistenza al trattamento, che è il paramentro individuato per distinguere i falsi positivi dai casi di discalculia. In alcuni casi 'Gimme Five’ ha messo in discussione diagnosi già effettuate in precedenza, in altri ha portato a redigerne di nuove”.
Fonte: Giampaolo Chiappini, Istituto per le tecnologie didattiche, Genova , email chiappini@itd.cnr.it