Focus: Anno delle donne

Pink, per combattere il cancro al seno

pink
di Rita Bugliosi

Lo studio, realizzato dall'Istituto di fisiologia clinica del Cnr all'interno di “Pink is good”, iniziativa della Fondazione Veronesi, mira a valutare i casi di tumore mammario non rilevati dalla mammografia, attraverso il ricorso all'integrazione con esami aggiuntivi, effettuati con altre metodiche, dalla tomosintesi alla risonanza magnetica. Sabrina Molinaro del Cnr-Ifc, responsabile del progetto, ne illustra le metodologie e i risultati finora raggiunti

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Tra le patologie più diffuse tra le donne c'è il tumore al seno: secondo i dati forniti dall'Associazione italiana registri tumori dell'Associazione italiana oncologia medica (Airtum-Aiom), ogni anno nel nostro Paese vengono diagnosticati 55.500 nuovi casi (55.000 tra le donne, 500 tra gli uomini). Tuttavia, grazie alla diagnosi precoce, malgrado il continuo aumento della sua incidenza (+ 0,9% ogni anno), oggi si muore meno che in passato per questa neoplasia. Tra gli studi dedicati a questa forma di cancro c'è Pink (Prevention, Imaging, Network & Knowledge), progetto che fa parte della più ampia campagna sulla lotta al cancro al seno “Pink is good”, condotta dalla Fondazione Veronesi. Pink è realizzato dall'Istituto di fisiologia clinica (Ifc) del Cnr, è attivo dal 2018 e si concluderà nel 2025.

“Pink è un'indagine multicentrica osservazionale longitudinale che mira a stimare il numero di casi di tumore mammario non rilevati dalla sola mammografia, ma evidenziati dal suo uso integrato con la tomosintesi (tecnica che grazie a una tecnologia di ultima generazione permette uno studio stratigrafico della mammella) e/o dell'ecografia in un gruppo di donne ultraquarantenni, afferenti a vari centri di senologia diagnostica pubblici e privati operanti sul territorio nazionale”, spiega Sabrina Molinaro ricercatrice del Cnr-Ifc e responsabile scientifico dello studio. “Le donne reclutate per Pink effettuano percorsi diagnostici di imaging integrato; a oggi oltre il 93% delle donne è stata sottoposta nella stessa sessione diagnostica, oltre che alla mammografia, anche a un secondo esame con tomosintesi e a un terzo ecografico; il restante 7% ha effettuato, oltre alla mammografia, soltanto l'ecografia (3,4%), soltanto la tomosintesi (1.6%) o un secondo esame ecografico e un terzo con tomosintesi (1,6%). Il progetto prevede anche l'utilizzo di due altri metodi diagnostici,  risonanza magnetica e Cesm (Contrast Enhanced Spectral Mammography), una tecnica che unisce i principi della mammografia alla somministrazione del mezzo di contrasto endovena. I dati attualmente disponibili non consentono però ancora di valutare le diagnosi aggiunta da queste metodiche per lo scarso numero di esami effettuati”.

I dati ottenuti evidenziano la validità del ricorso a queste esami per ottenere un numero più elevato di diagnosi precoci del tumore mammario, come sottolinea la ricercatrice del Cnr-Ifc: “L'utilizzo di tomosintesi e/o ecografia in aggiunta alla mammografia permette di identificare circa 32 casi aggiuntivi ogni 100 mammografie risultate francamente o probabilmente non patologiche, ossia 32 casi che sarebbero sfuggiti alla sola valutazione diagnostica mammografica”.

Pink vedrà nei prossimi mesi un'implementazione delle linee operative, che renderanno lo studio più completo ed efficace. “Il nostro Istituto ha proposto di effettuare ulteriori indagini sulle donne, analisi che sono state accolte e finanziate dalla Fondazione Veronosi. Nello specifico, si tratta di: imaging e radiomica, ossia la predisposizione di un ambiente digitale integrato per la stima del rischio di sviluppare tumore al seno e per il testing di nuovi biomarcatori; dosimetria personalizzata, per quantificare la dose di radiazioni ionizzanti assunte da ogni donna; nutrizione e stile di vita, considerando che abitudini alimentari, esercizio fisico, presenza di fattori stressanti nel quotidiano, fumo di sigaretta, consumo di alcool e aspetti endocrini sono elementi che insieme possono indurre uno stato infiammatorio, condizione che può a sua volta favorire l'insorgenza della neoplasia”, chiarisce Molinaro.

Riguardo alla linea relativa alla nutrizione e allo stile di vita, è previsto un ulteriore approfondimento effettuato proponendo alle donne, attraverso il sistema di messaggistica Telegram, il questionario Dress-Pink. “Dress-Pink è uno strumento innovativo di sorveglianza partecipativa, gratuito e di facile utilizzo, sviluppato dal nostro Istituto”, conclude la ricercatrice del Cnr-Ifc. “Verrà utilizzato per instaurare un dialogo di lunga durata fra i ricercatori del Cnr e le donne coinvolte, con l'obiettivo di raccogliere informazioni in forma anonima, preziose per gli obiettivi dello studio, ma anche per promuovere il self-empowerment e l'educazione sanitaria delle partecipanti al progetto”.

Fonte: Istituto di fisiologia clinica, Pisa , email sabrina.molinaro@ifc.cnr.it -

 

 

 

 

 

 

 

 

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