'Share Geonetwork', il portale del clima in alta quota
In occasione della conferenza delle Nazioni Unite dedicata allo sviluppo sostenibile organizzata a Rio de Janeiro, il Comitato EvK2Cnr ha presentato un innovativo sistema di monitoraggio dati in aree di alta montagna. Un'applicazione che permette di condividere dati e informazioni utili a progettare corrette politiche ambientali
In occasione di 'Rio+20', che dal 20 al 22 giugno scorsi ha riunito i massimi capi di stato per un nuovo impegno a favore dello sviluppo sostenibile, il Comitato EvK2Cnr ha presentato 'Share geonetwork', portale di dati sul clima e l'ambiente in alta quota. L'applicazione, mostrata nell'ambito di un 'side event' organizzato dall'International centre for integrated mountain development (Icimod), è stata realizzata a margine del progetto 'Stations at high altitude for research on environment' (Share), iniziativa di ricerca coordinata dal Comitato e basata sul monitoraggio e la raccolta dati delle stazioni climatiche e ambientali di tutto il mondo.
Il portale si propone di rispondere alle richieste delle istituzioni internazionali e intergovernative per migliorare la ricerca ambientale nelle regioni di alta quota e di fornire dati precisi e attendibili. L'innovativo sistema di condivisione mette infatti a disposizione di comunità scientifica e decisori dati analitici validati e affidabili, utili a favorire l'attuazione di concreti interventi e strategie in tema di difesa e conservazione dell'ambiente su scala locale e planetaria.
"I partecipanti a 'Rio+20' hanno appreso con soddisfazione la creazione di un sistema aperto a tutti per la consultazione dei metadati climatici e ambientali riferiti ad aree sensibili quali quelle di alta montagna", ha sottolineato Antonio Ciaschi, vicepresidente del Comitato EvK2Cnr. "Questi dati rappresentano le vere sentinelle dei cambiamenti in atto nell'atmosfera e sulla terra. 'Share Geonetwork', frutto della ricerca e del coordinamento italiani, sarà d'ora in avanti un importante strumento a supporto delle politiche di sviluppo sostenibile a livello internazionale".
"La necessità di validare i dati acquisiti garantendone l'affidabilità attraverso sistemi internazionali di verifica e divulgandone i risultati diviene una delle priorità delle politiche di adattamento e mitigazione a livello nazionale e internazionale, come anche riconosciuto dall'International panel on climate change, il gruppo intergovernativo dell'Onu sul cambiamento climatico", ha aggiunto Teresa Melis, ricercatrice dell'Università di Cagliari e coordinatrice del sistema informativo del progetto 'Share'. "In questo contesto la montagna e le stazioni di rilevamento scientifico in alta quota giocano un ruolo importante e il progetto di monitoraggio promosso dal Comitato EvK2Cnr e svolto in collaborazione con istituzioni internazionali è considerato un riferimento internazionale per la raccolta di dati utili allo studio del riscaldamento globale, della circolazione degli inquinanti e della valutazione dei loro effetti sui sistemi glaciali, idrici e biologici. Gli studi a esso correlati sono indispensabili per mettere a punto modelli previsionali utili alla definizione di corrette politiche ambientali".
Il database è disponibile via web all'indirizzo www.geonetwork.evk2cnr.org.
A 'Rio+20', il Comitato EvK2Cnr ha poi ottenuto un altro importante riconoscimento nell'ambito del seminario promosso da Icimod sul ruolo degli ecosistemi montani nella promozione della green economy, svoltosi alla presenza, tra gli altri, del premio Nobel per la pace e presidente dell'International panel on climate change Rajendra Kumar Pachauri. Una ricerca sviluppata da Stefania Proietti dell'Università di Perugia e condotta nell'ambito del progetto 'Share', relativa all'analisi e al progetto di soluzioni abitative ecosostenibili e alimentate da fonti rinnovabili per lo sviluppo sostenibile del parco del Sagarmatha in Nepal, è stato giudicato da Mountain Partnership "un eccellente esempio di sviluppo sostenibile integrale e di green economy che non trascura l'aspetto sociale, permettendo non solo una riduzione dell'impatto ambientale, ma anche il miglioramento delle condizioni di benessere della popolazione locale". Tale studio potrà diventare un progetto pilota per lo sviluppo sostenibile ad alta quota, in particolare nel prezioso ecosistema himalayano che garantisce l'approvvigionamento idrico per 2,5 miliardi di persone.
Fonte: Francesca Steffanoni, Progetto Everest-K2-Cnr , email francesca.steffanoni@evk2cnr.org