'Safecereals', presentato da un team di ricercatori dell'Istituto di scienze dell'alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino, guidato da Mauro Rossi, ha messo a punto un'innovativa procedura enzimatica in grado di bloccare la risposta tossica attivata dal glutine nei soggetti celiaci. Il progetto si è classificato primo per l'area geografica del Sud Italia nell'ambito dell'edizione 2011 della Start cup Cnr-il Sole 24 Ore, la competizione di business ideas promossa in collaborazione con il più importante quotidiano economico nazionale.
"Come è noto, la celiachia è una delle forme più diffuse di intolleranze alimentari", spiega Rossi. "L'unico approccio terapeutico valido attualmente è la dieta priva di glutine, da seguire per tutta la vita. Solo così, infatti, vengono ripristinate e conservate la normale architettura tessutale e le funzioni mucosali dell'intestino. Quello che abbiamo voluto sperimentare, invece, è la possibilità di 'bloccare' all'origine il meccanismo immunologico alla base della patologia, agendo direttamente sulla farina".
Numerose evidenze sperimentali indicano, infatti, che il danno intestinale viene prodotto da un'alterata risposta immunitaria: alcune porzioni delle molecole di glutine, nell'intestino del celiaco, 'attivano' linfociti che rispondono secernendo molecole pro-infiammatorie. Da qui l'ipotesi dei ricercatori di impedire l'attivazione dei linfociti, modificando, attraverso un innovativo procedimento enzimatico, alcune 'zone' delle molecole di glutine.
"La sperimentazione in vitro delle farine così modificate ha ottenuto risultati positivi e, in un primo test clinico, è stata dimostrata anche la sicurezza sulla salute umana", aggiunge Rossi. "Quest'anno sarà avviato uno specifico trial clinico su un'ampia popolazione di celiaci e contestualmente si procederà nell'idea di fare di 'Safecereals' uno spin off, un'impresa che supporti le industrie produttrici di farinacei e derivati nella formulazione di miscele enzimatiche ad hoc per la detossificazione di ogni tipo di prodotto contente glutine".
Fonte: Mauro Rossi, Istituto di scienze dell'alimentazione , email mrossi@isa.cnr.it