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Una ricerca condotta da Fabrizio Piras, Gianfranco Spalletta e Carlo Caltagirone dell'Irccs Fondazione Santa Lucia di Roma, pubblicata sulla rivista 'Human Brain Mapping', ha documentato l'effetto positivo dell'istruzione sull'integrità del cervello, sia dal punto di vista strutturale sia funzionale, in particolare dell'ippocampo, con vantaggio della memoria.
Secondo un'accreditata teoria - quella della riserva neuronale - un individuo con un maggior livello di cultura e più impegnato mentalmente è in grado di creare una sorta di riserva cognitiva che protegge il cervello dai danni causati dai processi legati all'invecchiamento. L'allenamento allo studio e il livello culturale permetterebbero di accumulare un 'patrimonio' mentale più ingente (sia da un punto di vista della struttura cerebrale che da quello dei contenuti), che viene eroso meno dai fenomeni legati all'invecchiamento cerebrale fisiologico e patologico.
La sperimentazione si è avvalsa di 150 persone sane di età compresa tra i 18 e i 65 anni, che si sono sottoposti a una particolare tecnica di risonanza magnetica denominata Diffusion Tensor Imaging (Dti), capace di misurare le variazioni strutturali dei tessuti cerebrali, che ha evidenziato nell'ippocampo che svolge un ruolo fondamentale nei processi di memoria a lungo termine ed è una delle prime strutture a degradarsi durante le fasi iniziali della malattia di Alzheimer il luogo principale in cui 'risiede' la memoria e si 'concentra' l'allenamento cerebrale.
Le persone con un alto livello di studio hanno mostrato una maggiore compattezza strutturale in quest'area del cervello, situata nella parte mediale del lobo temporale, "Per la prima volta siamo riusciti a determinare il luogo all'interno del cervello in cui una più ricca attività mentale avvia dei meccanismi protettivi nei confronti della neurodegenerazione", spiegano i ricercatori, "confermando quello che nel mondo scientifico viene ripetuto da anni: studiare e stimolare la mente allena il cervello e lo mantiene giovane".