Una bolla cosmica
Lo strumento è stato ideato da un team tutto italiano di cui fa parte anche un borsista dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente del Cnr di Napoli. È il progetto 'Green on the red planet’, premiato nell’ambito della 'International Space Apps Challenge 2013’ promossa dalla Nasa
Un grande collettore solare integrato da turbine a vento e pannelli in grado di immagazzinare energia sufficiente per alimentare la struttura, elementi modulari gonfiabili per facilitare l’atterraggio e il posizionamento della casa su superfici diverse da quella terrestre, scudi antiradiazioni e un sistema completamente autosufficiente per l’irrigazione e la coltivazione di insalata, patate, fragole, pomodori e altre varietà commestibili. È l’innovativa 'serra modulare’, progettata da un team di ricerca tutto italiano e presentata nell’ultima edizione della 'International Space Apps Challenge 2013’, competizione internazionale indetta dalla Nasa, con l’obiettivo di individuare nuove soluzioni per la vita nello spazio e negli ambienti estremi.
Il progetto, dal titolo 'Green on the red planet’, dopo aver vinto l’edizione italiana dell’iniziativa, si è classificato secondo a livello mondiale per la sezione 'Deployable Greenhouse’. Alla competizione hanno partecipato complessivamente più di 700 progetti da 83 paesi di tutto il mondo.
Del team di progettisti fa parte anche Chandrakanta Ojha, borsista dell’Istituto per il rilevamento elettromagnetico dell’ambiente (Irea) del Cnr di Napoli. “Una serra è il primo passo per immaginare un futuro umano su un pianeta come Marte”, spiega. “Abbiamo progettato una struttura flessibile, capace di fornire sostentamento a quattro astronauti impegnati in missioni a lungo termine, tenendo conto di tutte le condizioni avverse che una spedizione di ricerca si troverebbe ad affrontare: dalle problematiche energetiche al bisogno di acqua, alla necessità di difendersi dalle radiazioni”.
La coltivazione delle varie specie vegetali avviene attraverso sistemi completamente automatizzati basati sull’aeroponica, il processo che permette di sviluppare le piante in serra senza l’utilizzo di terra, attraverso fertilizzanti minerali e sistemi di nebulizzazione dell’acqua. “Le piante vengono fatte crescere all’interno dei cilindri che costituiscono gli elementi gonfiabili della serra. La luce necessaria è fornita da una serie di led particolarmente adatti per il loro basso consumo, mentre minime riserve di acqua saranno portate direttamente a bordo per garantire il ciclo di vita delle piante. È un sistema che punta a essere il più possibile autosufficiente”.
Ojha, fisico, è da due anni impegnato presso l’Irea-Cnr per lo sviluppo di nuovi approcci e algoritmi per l’analisi di dati acquisiti da sistemi di telerilevamento radar (come i radar ad apertura sintetica), con l’obiettivo di monitorare le deformazioni della superficie terrestre dovute a fenomeni come eruzioni vulcaniche, terremoti o frane. Al progetto 'Green on Mars’ ha partecipato assieme con 15 persone tra studenti e ricercatori, accomunati dalla passione per lo spazio.
Fonte: Chandrakanta Ojha, Istituto per la bioeconomia , email annalisa.rotondi@ibe.cnr.it