Quelle frecce che colorano il cielo

Ci incantano con le loro spettacolari acrobazie, ma quanto lavoro c’è dietro ogni esibizione delle Frecce Tricolori? In questa intervista, il Tenente Colonnello Franco Paolo Marocco, comandante delle Frecce Tricolori, rivela la passione, la disciplina e il lavoro di squadra dietro ogni spettacolare esibizione della Pattuglia acrobatica nazionale
In questa intervista, il Tenente Colonnello Franco Paolo Marocco, comandante delle Frecce Tricolori, ci offre uno sguardo sulla vita e il lavoro dei piloti della Pattuglia acrobatica nazionale (Pan). Con lui affrontiamo temi chiave come il percorso di selezione per entrare nella Pan, le qualità essenziali di un candidato e le sfide nel passaggio dal volo operativo al volo acrobatico. La rigorosa preparazione fisica, necessaria per affrontare le sollecitazioni del volo, la fiducia tra i membri della squadra e l’impatto delle condizioni meteorologiche sono fattori fondamentali che contribuiscono al successo delle esibizioni. Infine, uno sguardo al futuro dell’aerodinamica e delle innovazioni tecnologiche che potrebbero influenzare il volo acrobatico nei prossimi anni.
Qual è il percorso per diventare pilota delle Frecce Tricolori? Quali sono le qualità fondamentali che un candidato deve possedere per entrare nella pattuglia acrobatica?
Per partecipare alla selezione come pilota delle Frecce Tricolori, il candidato deve innanzitutto essere un pilota militare esperto, con diverse centinaia di ore di volo su velivoli jet. Dopo aver accumulato una solida esperienza operativa presso gli Stormi dell’Aeronautica Militare e acquisito le abilitazioni previste, il passo successivo è affrontare una selezione interna. Ogni anno, durante il processo di selezione, i piloti vengono valutati attraverso diversi parametri psicoattitudinali che sono accertati grazie a colloqui con team di periti specializzati nella selezione del personale. Ciò che ricerchiamo in particolar modo non sono delle qualità professionali, già in chiaro possesso di tutti i candidati grazie all’importante esperienza operativa che hanno alle spalle, ma un insieme di caratteristiche umane che possano aiutare a integrarsi al meglio nel nostro gruppo.
Le qualità principali che cerchiamo in un candidato sono senza dubbio l'affiatamento, la disciplina e la capacità di lavorare in gruppo. Il nostro lavoro non è solo tecnico, ma richiede un'ottima sintonia tra i membri della Squadra. Ogni manovra, ogni volo, è una danza sincronizzata che deve essere eseguita alla perfezione. Inoltre, un buon pilota delle Frecce deve avere una grande capacità di concentrazione, un senso di responsabilità elevato e la voglia di migliorarsi costantemente. In generale, alle Frecce Tricolori non ci sono super uomini né li ricerchiamo in selezione: piuttosto è maggiormente idonea una persona con un giusto equilibrio tra le varie caratteristiche umane appena descritte.
Com’è la giornata di un pilota delle Frecce Tricolori?
La giornata inizia molto presto. Dopo il briefing mattutino, dove vengono approfonditi i dettagli e gli impegni della giornata, le condizioni meteorologiche e le sortite da eseguire, ci prepariamo per l’attività. Ogni volo richiede una concentrazione totale, non solo durante l'esecuzione ma anche nei preparativi. In questo periodo invernale, durante la giornata di addestramento si susseguono più voli, sempre accompagnati da successivi debriefing in cui rivediamo le immagini di quanto appena eseguito allo scopo di individuare e correggere anche piccoli errori o imperfezioni. Tra un volo e l’altro, poi, i piloti si occupano dei coordinamenti organizzativi per i vari impegni che caratterizzeranno la stagione ufficiale di esibizioni e sorvoli, che si sviluppa tra maggio e ottobre.

Quali sono le difficoltà maggiori che un pilota affronta nel passaggio dal volo operativo al volo acrobatico di squadra?
Il passaggio dal volo operativo al volo acrobatico in formazione comporta diverse sfide. Prima di tutto, c’è una differenza fondamentale di impostazione: presso i Reparti operativi si adoperano velivoli tecnologicamente molto avanzati, che consentono di lasciare al pilotaggio una parte minore di attenzione per concentrarsi maggiormente sulla missione che si sta volando; nel volo acrobatico la priorità, invece, è data proprio al pilotaggio della macchina, che assorbe totalmente la concentrazione del pilota. Non solo, l’ulteriore elemento di volare in formazione esalta la necessità di sincronizzazione con gli altri, con la coordinazione tra tutti che diventa la chiave essenziale per poter eseguire correttamente il programma acrobatico, dato che voliamo a distanze molto ravvicinate. Di fatto, si tratta di un cambio di prospettiva sostanziale, che impone al pilota di ripartire dall’inizio con umiltà e impegno, costruendo passo dopo passo un nuovo aspetto della propria professionalità. Tutto questo, ovviamente, non rende i piloti delle Frecce Tricolori più preparati o prestanti degli altri piloti dell’Aeronautica Militare: noi stessi proveniamo dall’esperienza operativa e spesso vi facciamo ritorno dopo la parentesi in Pan; semplicemente si effettua una tipologia diversa di attività, con finalità e caratteristiche differenti, peculiari di questo Reparto.
Quanto è importante il legame tra i membri della pattuglia e come si costruisce la fiducia necessaria per volare a pochi metri di distanza l’uno dall’altro?
Il legame tra i membri della Pattuglia è fondamentale, ed è alla base del nostro operato. La fiducia reciproca è essenziale per volare in formazione a distanze così ravvicinate. Questa fiducia si costruisce giorno dopo giorno, attraverso l'addestramento intenso e la collaborazione costante. Ognuno di noi sente il peso di una grande responsabilità che deriva dal sentirsi parte di un progetto che trascende il singolo individuo, come custode privilegiato di un patrimonio tecnico e culturale caratteristico della storia aviatoria italiana. Non si tratta quindi solo di capacità individuali del singolo, ma dell'armonia che lega tutta la squadra. Ogni pilota deve sapere con certezza cosa aspettarsi dal compagno accanto, in ogni manovra e in ogni situazione; è solo così che possiamo essere una vera squadra e fare ciò che facciamo. È qualcosa che si costruisce nel tempo, condividendo valori comuni e gran parte delle nostre giornate, anche oltre l’attività di volo, spesso includendo il tempo libero: di fatto si arrivano a creare legami più simili a quelli familiari che al semplice rapporto di convivenza tra colleghi.

Il volo in formazione richiede un'eccezionale coordinazione tra i piloti. Quali strumenti tecnologici e principi scientifici vengono utilizzati per mantenere distanze così ridotte tra i velivoli?
Il volo in formazione è un vero e proprio esercizio di precisione che richiede sia abilità tecniche che una forte comprensione dei principi della fisica e dell’aerodinamica. Dal punto di vista della strumentazione e degli ausili tecnologici, conduciamo il volo esclusivamente a vista: ci addestriamo a mantenere distanze e posizioni relative tra velivoli eseguendo le varie manovre acrobatiche giorno dopo giorno, cercando di perfezionare sempre di più sincronismi e precisione. La coordinazione tra i piloti si basa principalmente sul mantenimento costante di parametri visivi sull’aereo accanto, affinché la formazione sia sempre vista simmetrica e compatta dal pubblico che osserva da terra, come se tutti insieme formassimo un unico grande velivolo che esegue le singole manovre. L'esperienza e la professionalità di ciascun pilota sono determinanti nel mantenere le giuste distanze che restano essenziali per l'efficacia e la sicurezza dell’esibizione.
Come si prepara un pilota per resistere alle sollecitazioni fisiche durante le evoluzioni e quali sono gli effetti fisiologici più critici da tenere sotto controllo?
La preparazione fisica dei piloti delle Frecce Tricolori è cruciale poiché le sollecitazioni che affrontiamo durante le evoluzioni sono estreme. Per resistere alle forze G che aumentano notevolmente durante le manovre acrobatiche, i piloti devono essere allenati a questa particolare tipologia di sforzo. La preparazione fisica è lasciata alla libertà e alla discrezione del singolo, ma è sana abitudine includere nelle nostre routine quotidiane esercizi per migliorare la resistenza cardiovascolare e la forza muscolare per migliorare la capacità di gestire l'afflusso di sangue e ossigeno al cervello. Inoltre, per evitare la perdita di conoscenza durante le manovre più intense, i piloti indossano tute anti-G che aiutano a contrastare il deflusso del sangue dal cervello verso le periferie basse del corpo.
Se tutto questo aiuta ad assorbire al meglio le sollecitazioni provocate dai G positivi, non si può dire altrettanto per quelli negativi, che anziché schiacciare il pilota sul suo seggiolino lo spingono nella direzione esattamente opposta, provocando un forte afflusso di sangue al cervello: è il caso del nostro solista, che durante diverse fasi del suo programma acrobatico è esposto a queste forze. Probabilmente è proprio questo il fenomeno più critico dal punto di vista degli effetti fisiologici, perché la resistenza a queste specifiche sollecitazioni non può essere allenata se non provandole in volo. Diventa quindi più che mai cruciale l’addestramento per abituare l’organismo a gestire anche questa particolare tipologia di sforzo.
L'atmosfera e le condizioni meteorologiche influenzano significativamente il volo. Quali sono i principali parametri atmosferici che monitorate prima di una esibizione e in che modo possono influire sulle traiettorie e sulla dinamica di volo?
Prima di ogni esibizione monitoriamo attentamente una serie di parametri atmosferici cruciali. I principali sono l’altezza delle nubi rispetto al suolo, definita come ceiling, e la visibilità orizzontale. Con un ceiling di almeno 4.000 piedi (circa 1.500 metri) possiamo eseguire il nostro programma alto completo; se invece l’altezza delle nubi è inferiore, ma senza scendere sotto i 2.500 piedi, possiamo eseguire un programma basso, privo delle manovre a sviluppo verticale; infine, al di sotto dei 2.500 piedi, abbiamo in repertorio un programma piatto privo di separazioni della formazione, fatta eccezione per il solista che si alterna con i restanti 9 piloti in volo. In tutti i casi, la visibilità orizzontale minima deve essere di almeno 5 chilometri, per consentire ai piloti di vedere in ogni fase del volo sia gli altri membri della formazione che i riferimenti visivi al suolo.
La disponibilità di un repertorio con programmi di volo alternativi da eseguire in base alla situazione meteorologica ci permette di esibirci anche in condizioni non ottimali, riuscendo a regalare l’emozione del nostro tricolore al pubblico, che spesso affronta sforzi non indifferenti per venire ad assistere allo spettacolo della Pan.
Guardando al futuro dell’aerodinamica e della tecnologia aeronautica, quali innovazioni potrebbero migliorare ulteriormente le prestazioni e la sicurezza delle pattuglie acrobatiche nei prossimi anni?
Le future implementazioni nell'aerodinamica e nella tecnologia aeronautica promettono molte innovazioni che sicuramente miglioreranno le prestazioni e la sicurezza dei velivoli. Riguardo agli impatti del progresso sulle varie pattuglie acrobatiche, è chiaro che ogni nuovo velivolo ha caratteristiche proprie sulle quali adattare i programmi acrobatici: nel nostro caso, un pilastro della nostra storia è proprio l’aver mantenuto nel tempo un programma di volo pressoché inalterato; ne consegue che anche in futuro, pur adattandoci alle peculiarità tecniche dei velivoli che avremo in uso, ci impegneremo al massimo per restare il più possibile fedeli all’ossatura del nostro programma acrobatico, portando avanti i principi che da oltre 60 anni ispirano il volo delle Frecce Tricolori.