Dopo un inizio sereno, ambientato nella notte del 25 dicembre 1955 - "un vecchio Natale del paleozoico cellulare, degli alberi non ancora vittime ecologiche, e nevicava come nei western di una volta" - l'ultimo romanzo di Stefano Benni, ‘La traccia dell'angelo', assume un tono cupo e malinconico.
Nell'incipit Morfeo, il protagonista, ha otto anni e si gode quella serata magica, illuminata dalla luce delle candele e dalla fiamma del cammino. Ben presto però l'atmosfera idilliaca svanisce: una persiana della finestra sotto la quale il bambino è seduto si stacca e lo colpisce alla testa, facendolo svenire. Quando si risveglia, il piccolo è in ospedale, dove condivide la stanza con pazienti di tutte le età e ricoverati per le cause più varie. Durante la permanenza nel nosocomio Morfeo comincia ad assumere i medicinali, che lo accompagneranno poi a lungo.
Emerge così il vero tema del libro: depressione e dipendenza dai farmaci, disturbi che tormentano Morfeo ormai adulto. "Le medicine - fa dire a un malato - comandano il mondo. Guariscono e uccidono, sono angeli cattivi, ma più cattivi che angeli. Insieme al petrolio e alle armi, sono il cuore spietato dell'economia". E più avanti Benni scrive: "Ma sulla scatoletta della medicina che stava sul suo comodino non c'era scritto ‘Pericolo. Prenderla solo per tre mesi e poi sospenderla'. Scritto in grande, in grande. Tre mesi poi sospendere, tre mesi poi fai come vuoi. Dimmelo chiaro, avvertimi, urlamelo in faccia, il fumo uccide, e questo no?".
Il malessere di Morfeo, divenuto scrittore, infelice e schiavo degli psicofarmaci aumenta quando intraprende un tormentato percorso di disintossicazione, che, partendo da maldestri e fallimentari tentativi ‘fai da te', passa per le terapie suggerite da insigni professori, fino ad approdare al ricovero in una clinica specializzata.
Accanto al mesto protagonista, l'autore costruisce tanti personaggi più o meno realistici: Gadariel, detto Gaddo, barbone sovversivo, ma anche angelo caduto per amore dell'uomo; la moglie di Morfeo, Angela Dina detta Angedia, "inquieta e intenta a cambiare tinta di capelli ogni mese". E poi gli amici Pompeo, "ex direttore della radio libera Moby Dick"; Piccozza "ex operaio, sempre attivo"; Vincenzone, "che parlava sempre di calcio"; il maestro Carlini "che aveva capito tutto ma ci guardava con compatimento e non ce lo spiegava".
Un universo vario, raccontato con accenti surreali, che ci conducono per mano verso un'inattesa conclusione.
titolo: La traccia dell'angelo
categoria: Narrativa
autore/i: Benni Stefano
editore: Sellerio
pagine: 103
prezzo: € 11.00