Saggi

Perché ascoltiamo le sirene

di Marco Ferrazzoli

In 'Dal cosmo al mare' Emanuele Coco analizza gli interrogativi che sorgono all'incrocio tra filosofia, scienza e immaginario, prendendo come caso di studio il mito delle "fanciulle caudata!". Tra Sette e Ottocento, le scoperte delle spedizioni marine portano a una “naturalizzazione”, individuando nei lamantini la specie zoologica che avrebbe ispirato le storie mitologiche. Si tratta però di una riduzione che rischia di banalizzare sia la scienza sia il fantastico

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Emanuele Coco, ricercatore in Storia della filosofia presso l'Università di Catania, analizza gli interrogativi che sorgono all'incrocio tra filosofia, scienza e immaginario, prendendo come caso di studio il mito delle sirene. In un elegante volume dell'editore Olschki, 'Dal cosmo al mare', il mito viene letto da un lato come contributo alla conoscenza della realtà, in comparazione con le pratiche scientifiche e, dall'altro, come “nebuloso universo delle stravaganze fiabesche”. Al tema l'autore, sempre relativamente al mondo marino, aveva già dedicato due pubblicazioni: 'Il circo elettrico delle Sirene', uscito per Codice nel 2012, e 'L'arcipelago inquieto', una raccolta di saggi interdisciplinari “sull'evoluzionismo visto dal mare” edita da Bruno Mondadori nel 2009.

Le "fanciulle caudate", com'è noto, sono al centro di una tradizione narrativa plurimillenaria che ha ispirato sia letture psicanalitiche (Creuzer, Jung e Hillman), sia posizioni filosofiche quali quelle di Cassirer e Schelling. Tra Sette e Ottocento, però, le scoperte delle spedizioni marine portano a una “naturalizzazione” delle sirene, individuando la specie zoologica che avrebbe ispirato le storie mitologiche nei lamantini, mammiferi acquatici simili a foche, in particolare per la postura che le femmine, galleggiando in superficie, assumono allattando i piccoli. Si tratta, secondo l'autore, di una riduzione che rischia di banalizzare sia la scienza sia il fantastico, trascurando il valore simbolico e il valore del “mito visto come rappresentazione dell'anima”.

Gli storici delle religioni, almeno quelli della cosiddetta 'scuola romana', caratterizzata da un approccio all'oggetto di studio metodologicamente molto razionale, aborrono il cosiddetto evemerismo, cioè appunto le interpretazioni dei miti come 'spiegazioni' del reale, l'atteggiamento positivistico secondo cui il soprannaturale, il metafisico, il fantastico e le relative narrazioni svolgono nelle culture umane la funzione di sostituire e precedere la conoscenza scientifica. A intaccare questa visione, che solo pochi decenni fa imperava come un luogo comune, è arrivata prima di tutto l'esplosione di fedi e religioni 'integraliste' che reputavamo un retaggio ormai scaduto dei secoli scorsi e che, invece, convivono tranquillamente con le acquisizioni tecnologiche più innovative, anzi le utilizzano per i loro scopi di propaganda e proselitismo.

Ma, soprattutto, l'evemerismo è poco convincente per la nostra esperienza interiore, personale e diretta. Sappiamo perfettamente come capiti di affrontare anche situazioni delle quali possediamo la perfetta consapevolezza razionale, rifugiandoci nella fantasia, nell'illusione, nel racconto straniante. Lo facciamo perché queste dimensioni, quelle che ricostruiamo in un teatro, cinema o davanti allo schermo di una televisione, di un pc o smartphone connesso in rete, soddisfano una nostra esigenza forte almeno quanto quella di 'spiegare'.

 

titolo: Dal cosmo al mare
categoria: Saggi
autore/i: Coco Emanuele 
editore: Olschki
pagine: 131
prezzo: € 19.00

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