Nell’ambito della biomedicina, occupano un ruolo sempre più importante le cosiddette terapie avanzate (Advanced Therapy Medicinal Product), cure o farmaci innovativi che offrono nuove opportunità per diagnosi, prevenzione e trattamento di gravi patologie come i tumori, le malattie croniche e quelle genetiche. Tra queste tecnologie, una sviluppata dai ricercatori degli Istituti di biologia e patologia molecolari (Ibpm) e di biochimica e biologia cellulare (Ibbc) del Consiglio nazionale delle ricerche, coordinati da Claudio Passananti del Cnr-Ibpm, per la realizzazione di piccoli geni artificiali mimetici (Zf-Atf) che attivano geni bersaglio “benefici”, in grado di compensare le mutazioni causa di malattie genetiche come le distrofie muscolari.
“I nostri geni artificiali sono estremamente simili a geni umani regolatori e sono resi mimetici per non allertare il sistema immunitario. La tecnologia che abbiamo sviluppato, chiamata Zinc-Finger Artificial Transcription Factors, permette di progettare, costruire e selezionare Zf-Atf codificanti per proteine in grado di riconoscere e legare potenzialmente qualsiasi sequenza di Dna”, spiega Passananti. “Abbiamo utilizzato la nostra tecnologia per tentare di affrontare due malattie rare, per le quali ancora non esiste una cura efficace: la Distrofia muscolare di Duchenne (DmD), e la Distrofia muscolare da deficit di Merosina (Mdc1A). Nella distrofia di Duchenne il gene Distrofina è mutato e non funziona: abbiamo dunque costruito piccoli geni artificiali mimetici in grado di aumentare le dosi di Utrofina, gene altamente simile alla Distrofina, per compensare la Distrofina non funzionante. Analogamente, nella distrofia chiamata merosinopatia abbiamo realizzato geni mimetici per attivare il gene Laminina alpha-1 che può compensare il gene mutato Laminina alpha-2”.