Specialistica

Archeologia informatica

Bibliografia inf
di Claudio Barchesi

A partire dagli anni ‘50 del secolo scorso, le scienze umane e sociali hanno conosciuto un progressivo rinnovamento dei metodi di indagine, stimolato dai progressi della tecnologia. Di questa trasformazione, sviluppatasi per l'archeologia nell'ambito di un continuo dibattito metodologico, Alessandra Caravale e Paola Moscati dell'Istituto di scienze del patrimonio culturale del Cnr illustrano e commentano nel volume "La bibliografia di informatica archeologica nella cultura digitale degli anni Novanta" (Edizioni All'insegna del giglio) alcuni aspetti centrali per comprendere il corso dell'archeologia digitale del nuovo millennio

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Alessandra Caravale e Paola Moscati, dell'Istituto di scienze del patrimonio culturale del Consiglio nazionale delle ricerche, ripercorrono la storia della diffusione delle tecnologie informatiche nell'archeologia con un volume pubblicato per le edizioni All'insegna del giglio, dal titolo “La bibliografia di informatica archeologica nella cultura digitale degli anni Novanta”.  Il libro, come si legge nella prefazione, è il primo della serie “30 anni di informatica archeologica”, con la quale si intende celebrare l'impegno scientifico e istituzionale della rivista “Archeologia e calcolatori” del Cnr, che dal 1990 segue l'affermarsi delle applicazioni informatiche in ambito archeologico.

L'applicazione di tecnologie informatiche alle discipline umanistiche comincia a sperimentarsi alla fine degli anni '50, spiegano le autrici; nel decennio successivo, quando il movimento della New archaeology promuove il rinnovamento, i metodi matematici e statistici, presi in prestito da aree di ricerca come le scienze naturali, la geografia e la psicologia, irrompono nell'archeologia, trasformandone gli studi e gli obiettivi. Agli inizi degli anni '70 le applicazioni informatiche sono in costante crescita e la materia si va rapidamente definendo e articolando, creando la necessità di dare un ordine a questo ambito di studi. Appaiono quindi le prime rassegne bibliografiche. Negli anni '90 i Paesi mediterranei entrano nel dibattito, molto attivo nel nord dell'Europa, e in Italia nasce “Archeologia e calcolatori” che, insieme all'attività editoriale, cura e pubblica proprio una rassegna bibliografica sulle applicazioni dei metodi informatici nelle discipline archeologiche, che presto diventa una banca dati. Uno strumento di ausilio per reperire la documentazione, seguire e studiare le fasi di sviluppo dell'informatica archeologica e realizzare una classificazione dei diversi metodi.

La bibliografia già resa accessibile online attraverso il sito web del Virtual Museum of Archaeological Computing è oggi illustrata in questo volume, che propone anche alcune analisi statistiche. Cinque i capitoli: il primo è dedicato alle iniziali esperienze di sistematizzazione delle applicazioni informatiche alla ricerca archeologica; i tre capitoli che seguono descrivono le fasi evolutive della banca dati bibliografica, con una panoramica dello scenario internazionale, caratterizzato da celebri studiosi, eventi, istituzioni, reti di ricerca e relazioni scientifiche. Alle monografie viene dedicato il quinto capitolo, con alcune considerazioni conclusive sull'evoluzione degli studi nel passaggio al nuovo millennio. L'opera si chiude con il ricco apparato dei riferimenti bibliografici.

Il libro è disponibile sia in formato cartaceo che online in Open access, sulla scorta della tradizionale politica editoriale di “Archeologia e calcolatori”, tra le prime riviste italiane ad adottare questo paradigma aperto, già dal 2005.

titolo: La bibliografia di informatica archeologica nella cultura digitale degli anni Novanta
categoria: Specialistica
autore/i: Caravale Alessandra, Moscati Paola
editore: Edizioni All’Insegna del Giglio
pagine: 158
prezzo: € 29.00

 

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