Chiesa e scienza, "un rapporto vitale e fecondo"
Incontro con Andrea Monda, direttore de L'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. "La Laudato sì punto di riferimento per l'impegno sociale e politico dei giovani". Chiesa cattolica e ricerca scientifica "hanno avuto un rapporto a volte controverso, ma la logica della creazione e dell'incarnazione va a favore di chi studia la realtà, come i ricercatori"
Andrea Monda, giornalista, saggista e professore, classe 1966, è dal 18 dicembre 2018 il direttore de L'Osservatore Romano, il quotidiano della Santa Sede. Laureato in Giurisprudenza presso la Sapienza Università di Roma e in Scienze religiose presso la Pontificia Università Gregoriana, ha collaborato con testate cattoliche ma anche laiche come Il Foglio e Rai Educational. È protagonista di diversi eventi culturali e di ambito letterario, quali il convegno annuale su 'Cattolicesimo e letteratura nel '900', i seminari su religione e letteratura delle Università Lateranense e Gregoriana, i programmi del Centro Alberto Hurtado. Anche molte sue opere saggistiche intersecano tra religioso e letterario: la galleria 'Cardinali' (Bruno Mondadori, 2001); 'Una chance per la Chiesa' (Vallecchi, 2009); 'Il rettangolo delle emozioni. Momenti e aspetti del rapporto tra letteratura e cinema' scritto con Mario Barzaghi (AgisScuola, 2004); 'L'arazzo rovesciato. L'enigma del male' (Cittadella, 2010); 'Benedetta umiltà. Le virtù semplici di Joseph Ratzinger dall'elezione a Papa alla rinuncia' (Lindau, 2013); 'Raccontare Dio oggi' (Città Nuova, 2018); 'Fratelli e sorelle, buona lettura! Il mondo letterario di Papa Francesco' scritto con Saverio Simonelli (Ancora, 2013). Come saggista si è dedicato anche a temi diversi: il colloquio con Corrado Carnevale 'Un giudice solo, Una vicenda esemplare' (Marsilio, 2006); 'Le diete di mia moglie, 20 anni di matrimonio e 30 diete' (San Paolo, 2012); 'Dante Monda e i suoi amici' (Nuova Cultura, 2016).
La sua principale passione letteraria è però quella per lo scrittore John Ronald Reuel Tolkien, al quale ha dedicato alcuni saggi.
Sì, sono un appassionato lettore di Tolkien: c'è qualcosa di molto profondo nei suoi romanzi. Anche Omero apparentemente raccontava storie di guerre e di viaggi fantastici, ma nella sua opera c'era ben altro. Non erano racconti reali, come quelli di Tolkien, ma erano storie vere, ricche di verità, di umanità. Non è poco. Sono nati così: 'L'anello e la croce. Significato teologico de Il signore degli anelli' nel 2008 e 'A proposito degli Hobbit' nel 2013, entrambi per Rubbettino; 'Tolkien, Il Signore della fantasia' del 2002 e 'Gli anelli della fantasia. Viaggio ai confini dell'universo di Tolkien' del 2004, entrambi con Saverio Simonelli per Frassinelli. Allo scrittore inglese C. S. Lewis ho invece dedicato con Paolo Gulisano 'Il mondo di Narnia' e una monografia, entrambi per San Paolo.
A proposito di fantasy, cosa pensa del prodotto più popolare del momento, 'Games of Thrones'?
A dire il vero sono un appassionato di Tolkien, non del genere fantasy.
L'altra sua passione e attività è l'insegnamento, il lavoro con e per i giovani. Come valuta il ruolo della formazione e dell'istruzione per la crescita degli individui e del Paese?
Ora che dirigo un giornale, quello che tengo presente è quanto la comunicazione sia strettamente collegata all'educazione: queste due realtà non possono essere separate, in particolare per un cattolico. Comunicare significa tendere verso la comunione, cioè verso la crescita comune, lavorare alla creazione delle condizioni necessarie per un'unità che non sia uniformità. Educare non è imporre la propria visione ma porre le domande giuste a chi ci legge, guarda, ascolta, al fine di allargare la sua e la nostra capacità di visione e di lettura del mondo. È un lavoro di dialogo e confronto. Se togliamo la formazione dall'informazione non facciamo un buon servizio alla comunicazione.
Spesso però i media odierni sembrano puntare alla polarizzazione. Vogliamo ricordare meglio questa sua esperienza di “formazione dall'informazione”?
Su Avvenire ho curato la rubrica 'Parole perdute' sulla mia esperienza di professore di religione. Del resto, ho lavorato per anni nella scuola come docente di religione e ai programmi culturali ed educativi di Tv2000 e di RadioInBlu. Dal 2015 ho condotto il programma televisivo 'Buongiorno professore!', da cui arriva l'omonimo volume (ElleDiCi), e su RadioInBlu 'Hungry Hearts. Cuori affamati tra rock e spiritualità', passato poi in tv col sottotitolo 'Il rock come Dio comanda' e in libreria come 'Springsteen in classe. Spunti didattici a partire dalle canzoni del Boss' (Emi). Ho poi presentato 'I promessi sposi' e 'Karamazov social club' su Tv2000 e 'Father & Son' su RadioInBlu.
L'impegno nei media della Cei e cattolici, l'ha portata all'Osservatore: può tentare un bilancio anche provvisorio e parziale di questo primo periodo di direzione?
Si tratta per me di una grande avventura, ovviamente. Mantenere l'equilibrio tra novità e continuità, tra la storia del più prestigioso quotidiano del mondo, organo ufficiale della Santa Sede, e la necessità dell'aggiornamento, ineludibile per un quotidiano nel XXI secolo, è estremamente impegnativo. Ma è anche una sfida avvincente. Un progetto che vorrei davvero realizzare, proprio per quanto stavamo dicendo, sarebbe coinvolgere i giovani, ma questa sì che è una sfida altissima.
Quando le affidarono l'incarico di comporre le meditazioni per la Via Crucis al Colosseo, spiegò che le venne naturale chiederle a un gruppo di suoi studenti ed ex-studenti. Oggi l'impegno della Chiesa e di Francesco sull'ambiente, a partire dall'enciclica 'Laudato Sì', è un importante punto di vicinanza ai giovani, che sono molto sensibili al tema. Pensiamo all'incontro del Papa con Greta Thunberg.
Condivido la riflessione che il sociologo Mauro Magatti ha sollevato proprio in un'intervista rilasciata all'Osservatore. Come fu per la "Rerum Novarum" del 1891, che per decenni ha ispirato l'impegno dei cattolici nel mondo sociale e politico, si pensi all'azione condotta da personaggi del calibro di Luigi Sturzo, così il testo della "Laudato sì" dovrebbe essere il punto di riferimento per un rinnovato impegno dei giovani nel mondo sociale e politico, che ha estremo bisogno del lavoro degli uomini di buona volontà. Questo è quello che spero.
È interessante e per certi versi inattesa la situazione che vede la Chiesa in posizione di apertura su temi, si pensi agli Ogm, oggetto di diffuse posizioni critiche e talvolta 'antiscientiste'…
Chiesa e scienza hanno da sempre avuto uno stretto rapporto, vitale e fecondo, anche se negli ultimi secoli questa relazione è stata a volte controversa. La Chiesa cattolica in realtà non può mai essere “anti” qualcosa: la logica della creazione e dell'incarnazione spinge a uno sguardo di favore nei confronti della realtà e dunque pure di quanti la studiano per comprenderla meglio, come i ricercatori. L'atteggiamento del cristiano è quello riassunto da Ignazio di Loyola, fondatore dei Gesuiti, l'ordine di Papa Francesco, che invitava a cercare Dio in tutte le cose.