Ma il materasso... intelligente
Quando la tecnologia migliora le nostre notti. Con il progetto SmartBed, al quale ha collaborato anche l’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, è stato messo a punto un materasso in grado di registrare e di analizzare in modo non invasivo alcuni parametri fisiologici e ambientali, così da ricavare informazioni sulla qualità del sonno della persona esaminata
L’esperienza di un sonno inadeguato o insufficiente è tra le più comuni. In Italia, secondo un'indagine condotta negli ambulatori di medicina generale, sono molto frequenti disturbi del sonno non necessariamente legati a fattori clinici: circa il 65% della popolazione lamenta esperienze almeno sporadiche di sonno disturbato, mentre disturbi cronici interessano circa il 10%. L'interesse della medicina e della ricerca verso queste alterazioni è aumentato da quando si è compreso quanto un sonno disturbato rappresenti un fattore di rischio per la salute fisica e mentale.
Tra le cause più comuni di questi disturbi emergono l’utilizzo prolungato di smartphone, pc e altri dispositivi tecnologici digitali. La maggior parte di questi apparecchi emette luce blu, che interferisce con la produzione di melatonina per la regolazione del ciclo sonno-veglia, può ritardare l’addormentamento e peggiorare il mantenimento del sonno. Inoltre, non bisogna sottovalutare gli effetti psicologici dei contenuti multimediali accedibili tramite tecnologie digitali, che possono avere un effetto “stimolante” per il nostro cervello e quindi contrastare la fase di rilassamento necessaria per ottenere un addormentamento rapido e una buona qualità del sonno. Un aspetto allarmante è che gli effetti negativi dell’uso dei dispositivi digitali sono ancora più evidenti nei bambini e negli adolescenti, che hanno minore capacità di autocontrollo rispetto agli adulti. Occorre quindi prestare molta attenzione all’utilizzo dei dispositivi digitali, soprattutto in determinate fasce orarie e situazioni d’uso (ad esempio a letto, nelle ore che precedono il riposo), e soprattutto occorre fare attenzione all’uso di tali tecnologie da parte dei più giovani.
E se la tecnologia fosse utilizzata invece per favorire la qualità del nostro sonno? Su queste premesse è nato ed è stato sviluppato il progetto “SmartBed: Piattaforma integrata per la valutazione della qualità del sonno nella popolazione generale” (finanziato dal Por-Fesr Toscana 2014-2020, DD 3389/2014 - Bando 1), che ha avuto come obiettivo lo studio e sviluppo di un materasso intelligente a basso costo, in grado di registrare in modo non invasivo alcuni parametri fisiologici e ambientali, di analizzarli e, in base a questi, di fornire informazioni e indicazioni sulla qualità del sonno e, più in generale, sullo stato di benessere e sulla qualità di vita della persona. Nello specifico, SmartBed è in grado di stimare i dati relativi all’attività cardiorespiratoria, ai movimenti, alla posizione e temperatura corporea, al russamento. Inoltre, registra diversi parametri fisici ambientali, per poter individuare possibili fattori esterni di disturbo, per esempio temperatura ambientale troppo alta o bassa.
Tutti questi dati vengono elaborati e integrati tra loro tramite algoritmi di machine learning al fine di estrarre un indice di qualità del sonno e definire possibili problematiche relative all’ambiente in cui si dorme. Il monitoraggio permanente del sonno, insieme all’eventuale miglioramento lo stile di vita dei soggetti, si inserisce tra gli obiettivi principali nella medicina preventiva, personalizzata e partecipativa, focus dell’Istituto di fisiologia clinica del Cnr, che è partner del progetto. SmartBed è uno dei primi strumenti tecnologici sviluppati per effettuare studi di tipo longitudinale sulla qualità del sonno di natura epidemiologica nella popolazione generale, fornendo informazioni utili a medici e psicologi. Inoltre, si presta in modo eccellente al monitoraggio di bambini e adolescenti, proprio perché, essendo assolutamente non invasivo, non richiede alcuna azione da parte dell’utente.
Il progetto è la dimostrazione di come la tecnologia, da fattore disturbante o addirittura distruttivo, possa divenire uno strumento di preservazione e miglioramento della qualità del sonno. E più in generale, della qualità di vita.
Fonte: Marco Laurino, Istituto di fisiologia clinica, e-mail: marco.laurino@cnr.it