È una scuola alla rovescia quella raccontata da Christian Raimo nel romanzo 'Tranquillo prof, la richiamo io'. Sì, perché qui è il professore a essere impreparato, ritardatario, sfaticato mentre i suoi alunni sono seri, preparati e rispettosi. Anche quando il loro docente li chiama in piena notte per consolarli o dire loro che è pronto ad ascoltarli qualora volessero parlargli dei loro problemi, dalla rottura di un fidanzamento alle difficoltà di inserimento per chi arriva da un'altra scuola. Vuole essere per i ragazzi “un capitano coraggioso, capace di buttarsi con incoscienza dentro i flutti del mondo e salvarli uno a uno dai 'gorghi' del dolore sociale”, convinto che “se non trovano questo capitano cresceranno soli e disperati”. Il fatto è, però, che quei problemi non esistono nella realtà, sono frutto dell'immaginazione del prof, che è convinto di saper “captare” gli altri, tanto da farsi chiamare Radar. E il risultato che ottiene è solo la perdita di autorevolezza agli occhi dei suoi studenti.
Per essere più vicino ai suoi alunni, prova ad adottare il loro linguaggio, li segue su Facebook, apre un blog, propone loro gite con chitarra e pranzo al sacco, tiene lezioni alternative. Mentre quello che gli studenti gli chiedono è che spieghi loro Leibniz e chiarisca i dubbi che hanno sulla teoria della conoscenza di Kant.
Grottesco e a tratti ironico, il romanzo di Raimo, docente di storia e filosofia in una scuola romana, nasce proprio su Facebook dove l'autore ha postato alcune parti che hanno ottenuto moltissimi 'like'.
titolo: Tranquillo prof, la richiamo io
categoria: Narrativa
autore/i: Raimo Christian
editore: Einaudi
pagine: 276
prezzo: € 16.00
