Faccia a faccia: Centenario Cnr

Capotondi e Quarta, due artisti alle celebrazioni del centenario del Cnr

Cristiana Capotondi e Alessandro Quarta
di Rita Bugliosi

L’attrice inizia la sua carriera molto giovane, lavorando sia in spot televisivi che in miniserie tv. Arriva presto anche l'esordio al cinema, dove inizia interpretando soprattutto commedie, per poi passare a ruoli impegnati con registi come Pupi Avati  e Michele Placido. Tra le sue fatiche recenti, il film tv “Chiara Lubich-L’amore vince tutto” e  la serie televisiva “Le fate ignoranti”. Anche il violinista salentino comincia a suonare molto presto, a soli 3 anni, diplomandosi poi al Berklee College of Music di Boston. Ha ottenuto molti riconoscimenti, sia nel nostro Paese che all’estero. Entrambi gli artisti partecipano all’evento che dà l’avvio alle celebrazioni del Centenario dell’Ente

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Due grandi artisti si esibiscono presso la sede centrale del Consiglio nazionale delle ricerche, nel corso dell’evento che dà l’avvio alle celebrazioni per il Centenario dell’Ente. Li abbiamo intervistati. Cristiana Capotondi (1980) si avvicina alla recitazione da giovanissima con alcuni spot pubblicitari, per poi esordire sul piccolo schermo con la miniserie tv “Amico mio” (1993), a fianco di Claudia Pandolfi e Pierfrancesco Favino, alla quale segue “Italian Restaurant” (1994) con Gigi Proietti. Le prime partecipazioni tv le consentono di entrare nel cast di “Vacanze di Natale” e di altri film televisivi tra cui “Un nero per casa” (1998)  sempre con Proietti attore e regista. Dal pubblico televisivo, allarga la sua notorietà a quello cinematografico con “Notte prima degli esami” (2006), interpretazione che le vale una candidatura ai David di Donatello. Dalla seconda decade degli anni Duemila il suo curriculum si arricchisce a livello cinematografico e multimediale, tra l'altro con il doppiaggio d'animazione, orientandosi dalla commedia, genere prevalente nella sua carriera, verso ruoli più drammatici, come in “Un ragazzo d’oro” (2014) di Pupi Avati,  e in “7 minuti” (2016) di Michele Placido. Recentemente è stata protagonista del film tv “Chiara Lubich-L’amore vince tutto”, (2021) e della serie televisiva “Le fate ignoranti” (2022) di Ferzan Özpetek.

Originario del Salento, Alessandro Quarta (1976) ha scoperto il violino da bambino e ha studiato al Conservatorio Tito Schipa di Lecce, diplomandosi poi al Berklee College of Music di Boston. Suona anche il pianoforte, la chitarra, la batteria e il basso. Il suo repertorio spazia dalla tradizione classica alle sperimentazioni nel blues, nel soul e nel pop. Nel 1994 la Siae lo ha riconosciuto "Miglior talento italiano", nel 2013 la Cnn lo ha definito "Musical Genius" e nel 2018 Montecitorio lo ha riconosciuto "Miglior eccellenza italiana nel mondo" per la sezione musica. Ha suonato con diversi artisti, italiani e stranieri, ma nel nostro Paese ha raggiunto la fama tra il grande pubblico esibendosi nell’edizione 2019 del Festival di Sanremo, in duetto con Il Volo.

Come vi siete avvicinati alle vostre attività artistiche?

Capotondi: Con i boy-scout, nella Balisica di Santa Maria in Trastevere a Roma, eravamo soliti fare piccole rappresentazioni teatrali. Il nostro parroco don Vincenzo (Monsignor Vincenzo Paglia) un pomeriggio invitò la Rai che fece delle riprese. Lì scatto il colpo di fulmine, per me.

Quarta: Ero piccolissimo, avevo solo un anno e mezzo, e ascoltavo mio fratello, che è più grande di me di 12 anni, mentre studiava il violino. Io allora mi nascondevo dietro la porta di casa, prendevo il mattarello di mamma e facevo finta di suonarlo come fosse un violino. Quando ho compiuto tre anni, i miei genitori mi hanno tolto il mattarello e mi hanno dato un vero violino: da allora non l’ho più lasciato. È nato così il mio grande amore per questo strumento.

Cosa ricordate delle vostre prime esperienze?

Capotondi: Ero molto affascinata dagli attori "grandi", adulti e già affermati, e desiderosa di scoprire tramite loro i "trucchi del mestiere". Volevo conoscere le storie del cinema, quelle del dietro le quinte che non sono mai diventare pubbliche. Sognavo di diventare grande velocemente, insomma. 

Quarta: Musicista si diventa tardi, prima si è studenti, si cerca di capire cos’è la musica. Ho iniziato a fare concerti molto giovane, a 10-11 anni, e ricordo che avevo voglia di esibirmi a differenza di quanto accade di solito ai bambini che hanno paura di suonare davanti al pubblico. Ricordo anche tanto studio e tanto sacrificio, che nel corso degli anni è aumentato. Non avevo tempo per il gioco, per gli amici, ma non ne soffrivo, ero stato io a scegliere per amore della musica. Tra l’altro, studiavo anche pianoforte e composizione, ero davvero molto impegnato, non avevo bisogno di altro.

Cristiana Capotondi e Alessandro Quarta

I personaggi con i quali avete interagito e che avete conosciuto, cosa vi hanno trasmesso? Avete qualche ricordo particolare?

Capotondi: Di tutte le storie raccontate e i personaggi interpretati conservo un bellissimo ricordo e molti aneddoti, che col tempo sono diventati uno solo: il cinema è come una grande famiglia che fa un viaggio in camper. Avere uno spirito disposto all’arrembaggio è l’arte che maggiormente mi consente di divertirmi sul set.

Quarta: Ognuno di loro ha svolto un ruolo importante nella mia crescita come artista, ho cercato di rubare il più possibile da tutti. Quando si è ragazzini, questi personaggi li vedi come un’opportunità per crescere, un’occasione di studio; poi, quando diventi adulto, queste collaborazioni le vedi come un dono. Ho vissuto situazioni indimenticabili, è difficile tradurre in parole le enormi emozioni che mi hanno regalato personalità come Carlos Santana o B. B. King. Ma quello vissuto con Dee Dee Bridgewater, l’erede di Ella Fitzgerald, è stato forse uno dei momenti più belli: sul palco si è messa a piangere, era lei che ringraziava me e invece ero io a volerla ringraziare. Davanti a una platea foltissima mi ha urlato: ”Tu dovrai  arrangiare tutti i miei dischi!”. È stata una delle emozioni più grandi.

Cosa vi attrae oltre alla vostra attività, a cosa vi dedicate nel tempo libero?

Capotondi: Moltissime cose: l’impresa culturale, le attività rivolte al sociale, che progetto e sviluppo con la mia associazione “Io Sono”. E poi il calcio, la mia grande passione! Sono stata vicepresidente della LegaPro e sono capo delegazione della nostra Nazionale di calcio femminile. Ma più di ogni cosa mi attrae la natura e la forza rigeneratrice che ha. 

Quarta: Amo la fotografia naturalistica, adoro scattare foto. Mi sono avvicinato con la “caccia fotografica”, che cerca di immortalare gli animali nel loro habitat e che si pratica con obiettivi molto grandi. Ora impazzisco per la "street photography". Mi piace molto anche leggere, tutti i generi, mi piace il mondo dei documentari di qualsiasi tipo. Mi appassiona capire, conoscere e viaggiare. Ho girato il mondo già due volte, sono in viaggio da quando avevo 13 anni, essendo stato anche primo violino di una delle orchestre più famose al mondo, diretta dal grandissimo Lorin Maazel, ho fatto con lui per 20 anni tournée ovunque: Giappone, America, Australia, Siberia, Russia, Cina.

Voi  partecipate all’evento di apertura delle celebrazioni del Centenario del Consiglio nazionale delle ricerche, qual è il vostro rapporto con la scienza?

Capotondi: Ne sono molto affascinata e le attribuiscono poteri quasi taumaturgici, pur non essendo una scienziata. Mi affascinano le menti che dedicano la propria esistenza alla ricerca, volta a migliorare la vita degli essere umani. Da anni sostengo attivamente la Fondazione Telethon, ho visitato i loro due centri di ricerca e raccontato, in un docu film e in un cortometraggio che ho diretto, le storie di alcune famiglie che grazie alla ricerca sviluppata da Telethon riescono a convivere con una malattia genetica rara. 

Quarta: La scienza è fondamentale, senza l’uomo vivrebbe nel buio assoluto dell’ignoranza. Pratico la ricerca nel campo musicale, in cui sono un innovatore: amo sperimentare. La scienza è stata fondamentale anche per il mio strumento: fino a 100 anni fa il violino si suonava con corde di budello di animale, oggi, le corde sono rivestite di acciaio o d’argento. 

Quali sono i vostri progetti per il futuro?

Capotondi: Adesso sono in pausa maternità, ho 42 anni e questa fase della mia vita me la voglio godere proprio tutta! 

Quarta: Tantissimi, il prossimo anno usciranno due album, uno di inediti, dell’altro invece non posso parlare per motivi discografici. Posso però dire che saranno due album internazionali, molto importanti. Poi collaborerò con diversi artisti e terrò concerti in tutto il mondo. Ho trovato la forza, dopo essere stato operato per due tumori al collo, di riprendere la mia attività. Ecco, il progetto più importante è stare bene, lottare e non fermarmi, non pensare mai di essere arrivato. Devo essere felice per quello che ho raggiunto, ma continuare ad andare avanti.

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