L’amianto, dal greco “amiantos”, incorruttibile, è un insieme di minerali silicati di consistenza fibrosa, con eccellenti proprietà fisiche e meccaniche: straordinaria resistenza alla trazione, ignifugo, fonoassorbente, termoisolante, scarsa conduzione del calore, buona resistenza agli attacchi chimici. Si chiama anche asbesto, dal greco “asbestos”, inestinguibile, usato sin dai tempi antichi per farne vesti adatte alla cremazione. E proprio il prodotto più famoso fa diretto riferimento all’eternità: il cemento-amianto, brevettato come eternit nel 1901, prodotto dalla fabbrica svizzera Eternit a partire dal 1903. Si è estratto in miniere in diverse parti del mondo: la più grande a cielo aperto in Europa è stata quella di Balangero, in provincia di Torino, e l’Italia è stata uno dei maggiori produttori, con impianti Fibronit a Broni e Bari, Eternit a Bagnoli, Siracusa, Rubiera, Cavagnolo, assieme a quelli di Casale Monferrato, città simbolo della lotta contro l’amianto.
L'amianto è stato utilizzato per la coibentazione di edifici, tetti, navi, treni, come materiale da costruzione per l'edilizia (tegole, pavimenti, tubazioni, vernici, canne fumarie), per le tute dei vigili del fuoco, le stoffe per assi da stiro, ripiani dei forni, nelle auto, per corde, plastica e cartoni, e la polvere di amianto è stata utilizzata come coadiuvante nella filtrazione dei vini. Impianti industriali di tutti i tipi, in particolare le raffinerie e gli impianti chimici, sono stati costruiti e accuratamente rivestiti di amianto, che veniva distribuito a spruzzo nei magazzini, depositi carburanti, tubature: per gli operai c’era sempre un distributore spray a disposizione! Quelli che si chiamavano i “picchettini” lavoravano alle demolizioni navali rimuovendo strati di amianto con la fiamma ossidrica, nei cantieri navali sparsi in tutta Italia.
Le fibre di amianto, che possono essere 50 volte più sottili di un capello umano, sono molto pericolose per le persone che le respirano con l’aria, come minuscole lamette che si insinuano nei polmoni e si piantano nei tessuti. Nel 1977 l’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) ha classificato ogni tipo di amianto come cancerogeno per le persone: provoca, anche più di 40 anni dopo l’esposizione, il mesotelioma della pleura, l’asbestosi e altri tumori tipici.